Yildiz tra Mondiale, Tudor e il peso della 10: “Gioco per migliorarmi, non per sentire il peso della maglia”

Il giovane talento bianconero si racconta a DAZN dopo le ottime prestazioni al Mondiale per Club: "Porto la 10 con orgoglio, ma non penso al numero. Tudor mi aiuta a crescere, la mia famiglia è tutto. Lavoro ogni giorno per migliorare".

Redazione Stile Juventus
4 min di lettura

Kenan Yildiz sta vivendo un momento d’oro. Protagonista al Mondiale per Club con prestazioni in crescita e gol pesanti, il giovane talento della Juventus si è raccontato ai microfoni di DAZN, lasciando emergere la sua maturità, la sua ambizione e una consapevolezza sempre più solida. L’intervista, tra emozione e lucidità, dipinge il ritratto di un ragazzo che ha le idee chiare: crescere, senza farsi schiacciare dalle aspettative.

“Voglio solo giocare, non penso al numero sulla schiena”

Tra i temi più delicati affrontati da Yildiz c’è senza dubbio quello legato alla maglia numero 10, simbolo di responsabilità e grandezza alla Juventus. “È un onore indossarla”, ha ammesso con rispetto. “Ma alla fine sono io che scendo in campo, non il numero che porto. Il peso della maglia è lo stesso per tutti, voglio solo giocare. Non mi soffermo sulla 10, mi concentro sul mio contributo alla squadra”. Parole chiare, che testimoniano il desiderio di non farsi condizionare da simboli e aspettative, ma di lasciare parlare il campo.

“Fisicamente più forte, grazie anche a Tudor”

Yildiz riconosce i miglioramenti ottenuti negli ultimi mesi, e non nasconde il contributo del tecnico Igor Tudor: “Cerco sempre di migliorare in tutto, e adesso mi sento più forte fisicamente. Tudor mi aiuta molto, è uno che pretende tanto ma sa darti fiducia. Gioco bene anche grazie al suo supporto”. Un legame tecnico solido, che si riflette anche nella posizione in campo: “All’inizio della stagione giocavo più lontano dalla porta. Ora invece sono più vicino all’area e questo mi permette di essere più pericoloso. A sinistra, per esempio, sono costretto ad allontanarmi”.

“Credo nella mia squadra, e ora si vedono i risultati”

Riguardo all’avventura nel Mondiale per Club, Yildiz ha mostrato grande orgoglio: “Sta andando bene per me e per la squadra. Sono grato di aver segnato e di poter aiutare il gruppo. Ora dobbiamo solo continuare a lavorare“. Nessuna sorpresa però per le buone prestazioni: “Credo sempre nella mia squadra. Abbiamo lavorato duramente con il mister, quindi sì, me l’aspettavo”. Un atteggiamento positivo e professionale, che denota un approccio maturo alle competizioni di alto livello.

“Quando hai fiducia in te stesso, tutto va per il verso giusto”

Alla domanda se si senta più maturo dopo il cartellino rosso contro il Monza, Yildiz risponde con sincerità e una riflessione più personale: “Non lo so. So solo che sono felice, sono con la mia famiglia e in salute. Questo è quello che conta. Quando lavori duro e hai fiducia in quello che fai, le cose vanno nel verso giusto”. Un pensiero che rivela anche una certa filosofia di vita, fatta di equilibrio e gratitudine.

“La mia famiglia è tutto, come dice anche Locatelli”

In un passaggio particolarmente sentito, Yildiz commenta anche le parole di Manuel Locatelli, che aveva lodato il legame del giovane con i suoi cari: “Vale lo stesso per lui. È un bravo ragazzo, possiamo parlare di tutto. La mia famiglia è la cosa più importante della mia vita. Sono sempre qui per me. Cerco di essere felice e rispettoso, è quello che mi hanno insegnato”.

“Posso migliorare in tutto. E sul miglior giocatore al mondo…”

Chiude con un’affermazione che è una dichiarazione d’intenti: “Posso migliorare in tutto. È per questo che gioco a calcio. Non ci sono limiti“. Quando gli viene chiesto chi sia secondo lui il miglior calciatore del mondo, Yildiz si schermisce con classe: “Non mi piace parlarne”. Un’ulteriore conferma della sua volontà di restare concentrato su sé stesso, evitando paragoni o proclami inutili.

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