La stagione della Juventus si è conclusa e adesso sarà rivoluzione: l’arrivo di Comolli e la promozione di Chiellini sono soltanto l’inizio di un grande cambiamento. A parlare di ciò, a Juventibus, ci ha pensato Luciano Moggi che ha analizzato diversi aspetti di questa nuova veste bianconera, a partire dall’arrivo di Damien Comolli fino ad arrivare al No di Antonio Conte e al futuro di Igor Tudor.
Moggi ha dichiarato: “Conosco Massara e su di lui non avrei dubbi. Le squadre che hanno una rivoluzione di questo tipo ci vogliono persone che riscuoto fiducia, come qualità ti dico Massara, ma Comolli probabilmente li conosce meglio di me. Dico di prestare attenzione perché questa è la Juventus e non il Tolosa. Qui bisogna vincere e se non si vince bisogna fare le cose nel modo più decente. Bisogna vedere quanto Chiellini verrà messo in condizione di lavorare”.
Poi continua parlando di Conte e Gasperini, due dei no ricevuti dalla Juventus per il cambio allenatore: “Gasperini è come Conte, anzi peggio: è stato interpretato dopo 16 giorni che aveva firmato con la Roma, significa non conoscere le cose che avvengono sul mercato. Conte invece è stato accusato di non essere più juventino: ha vinto il campionato a Napoli e mi ha detto: “L’anno scorso io smaniavo per venire alla Juventus, non hanno neppure tentato di fare questo discorso. Adesso io dico che sto a Napoli perché ci sto bene e mi rinforzeranno la squadra”. I tifosi accusano Conte di non essere juventino, ma lui lo era già quando voleva venire alla Juventus e hanno preferito Thiago Motta, a quel punto tutte le chiacchiere sono vere”.
Juventus, Moggi: “Tudor è un buon allenatore”
Moggi ha poi continuato parlando anche di Igor Tudor: “Non conosco molto chi è venuto, tolto Chiellini. Potrei indicare negativamente persone che lavorano in modo positivo. Dico soltanto che l’allenatore è qualcosa che deve portare risultati, Tudor è stato considerato un traghettatore. Non sarà un fenomeno ma sicuramente è un buon allenatore. Io parlo con i giocatori, sento i loro pensieri su di lui: li ha riportati con i piedi per terra quantomeno. Prima con Thiago Motta entravano in campo in pantofole. Chi fa il Mondiale deve fare la prossima stagione, è lui che mette in campo la squadra”.