Certe crisi, nella storia della Juventus, non passano inosservate. E quella aperta dalla sconfitta di Como ha scosso non solo la classifica, ma anche gli equilibri interni. Igor Tudor resta al suo posto, ma la sensazione è che la fiducia della società non sia più una garanzia, quanto una tregua temporanea. Le prossime partite, tra Madrid e Roma, saranno decisive per il suo futuro. E nel frattempo, la dirigenza bianconera, come riportato da La Gazzetta dello Sport, si muove in silenzio per valutare possibili alternative. Tra i nomi che circolano nei corridoi di Continassa, uno spicca per prestigio e peso tecnico: Luciano Spalletti.
Spalletti, il profilo ideale (ma non per tutte le tasche)
Il tecnico toscano, reduce dal trionfo con il Napoli e libero dopo la fine del suo mandato con la Nazionale, rappresenta un sogno ad occhi aperti per buona parte dell’ambiente juventino. Un allenatore capace di dare forma a un calcio brillante e organizzato, di valorizzare i giovani e di portare con sé una mentalità vincente, maturata in anni di esperienza internazionale.
Il nome di Spalletti piace per la sua autorevolezza, per la sua capacità di dare identità alle squadre e per l’approccio moderno al gioco, qualità che oggi alla Juve sembrano mancare. Ma è anche, inevitabilmente, una pista complessa. L’ex ct non è un tecnico che accetta compromessi: vuole un progetto chiaro, libertà d’azione e, soprattutto, un budget adeguato alle sue ambizioni.
Il suo ingaggio da top europeo e le richieste di mercato rendono la pista complicata, in un momento in cui la Juventus sta ancora cercando di bilanciare il risanamento economico con la competitività sportiva. Il sogno resta, ma la realtà suggerisce prudenza.
Le alternative: tra esperienza e scommesse
Nella lista dei dirigenti compaiono anche altri nomi. Roberto Mancini resta una possibilità concreta, forte della sua esperienza e della capacità di gestire le pressioni di una grande piazza. Ma l’interesse del Nottingham Forest lo tiene momentaneamente lontano.
Più giovane e intrigante è il profilo di Raffaele Palladino, svincolato dopo la parentesi alla Fiorentina. Rappresenterebbe una scelta di coraggio, una scommessa su un tecnico emergente che ha già mostrato idee e personalità, ma che non ha ancora affrontato la pressione di un club come la Juventus.
Infine, sullo sfondo, rimane l’ipotesi di un Thiago Motta bis. L’ex allenatore, ancora sotto contratto, rappresenta un paradosso tutto bianconero: richiamarlo sarebbe un passo indietro sul piano simbolico, ma forse un modo per ritrovare una continuità smarrita troppo in fretta.
Un futuro da scrivere
La situazione, per ora, resta fluida. Tudor guida un gruppo che sembra smarrito, ma che può ancora salvarsi con i risultati. La Juventus osserva, analizza, attende. Ma l’idea Spalletti, pur lontana, aleggia come un’eco affascinante: quella di un tecnico capace di dare forma, gioco e serenità a una squadra che oggi appare prigioniera dei propri limiti.
Un sogno difficile, sì. Ma anche i sogni, a volte, servono per ricordare a un club chi è stato — e cosa deve tornare a essere.