Juventus, fiducia a tempo per Tudor: la società riflette ma l’esonero costerebbe una fortuna

Dopo la sconfitta di misura con il Real Madrid, la panchina del tecnico croato resta in bilico. Buona la prestazione, ma i risultati non arrivano e la sfida con la Lazio diventa un crocevia.

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Una sconfitta onorevole, un segnale di orgoglio. Ma anche l’ennesimo campanello d’allarme.
La Juventus lascia il Santiago Bernabéu con l’amaro in bocca: il Real Madrid passa solo 1-0, ma la buona prova dei bianconeri non basta a placare la tempesta che da settimane aleggia intorno alla panchina di Igor Tudor.

Secondo quanto riportato da La Gazzetta dello Sport, il tecnico croato resta sotto osservazione. La società ha apprezzato l’atteggiamento mostrato contro una delle squadre più forti d’Europa, ma la classifica e la serie negativa pesano come macigni.

Una fiducia a tempo: la Lazio è l’ultima spiaggia

La sconfitta di Como, arrivata con modalità umilianti, aveva già incrinato il rapporto di fiducia tra l’allenatore e la dirigenza. A Madrid si cercavano risposte, più che punti: la Juve ha ritrovato compattezza, ha difeso con ordine, ha lottato con orgoglio. Ma il risultato, ancora una volta negativo, riaccende le perplessità.

I numeri parlano chiaro: nessuna vittoria dal 13 settembre, due sconfitte consecutive e una squadra che fatica a trasformare le buone intenzioni in concretezza. È per questo che la prossima sfida contro la Lazio, all’Olimpico, potrebbe diventare un crocevia decisivo. Un passo falso rischierebbe di compromettere definitivamente la posizione di Tudor, aprendo la strada a un clamoroso ribaltone tecnico.

Il nodo economico: un esonero da otto milioni

Ma cambiare non è semplice. Anzi, sarebbe un salasso. Tudor ha rinnovato da poco il contratto fino al 2027, per un valore complessivo di circa 8 milioni di euro lordi.
Un suo esonero significherebbe, di fatto, pagare tre allenatori contemporaneamente: Tudor, il suo predecessore Thiago Motta (ancora sotto contratto) e l’eventuale nuovo tecnico. Uno scenario che il club giudica economicamente insostenibile, in un momento di rigida razionalizzazione dei costi.

Il dilemma della dirigenza

È questo il bivio davanti a cui si trova oggi la Juventus. Da una parte la convinzione che il gruppo segua ancora Tudor, dall’altra la consapevolezza che il tempo per invertire la rotta sta finendo.
L’opzione del cambio resta sul tavolo, ma verrebbe presa solo in caso di tracollo a Roma.

In mezzo, la speranza che la squadra risponda sul campo, con un colpo d’orgoglio. Perché la Juve, a ottobre, non può già permettersi di parlare di “stagione compromessa”. A Madrid si è vista una reazione. Ora servono i punti, quelli veri. E forse, per Igor Tudor, è davvero l’ultima chiamata.

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