Mondiale per Club, successo negli Stati Uniti e nuove prospettive: lo scontro tra FIFA, UEFA e i grandi club europei

La prima edizione del nuovo Mondiale per Club ha conquistato il pubblico americano e acceso il dibattito sul futuro della competizione. La FIFA guarda al 2029 come snodo cruciale, ma le tensioni con UEFA e club restano forti.

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Il Mondiale per Club 2025, ospitato negli Stati Uniti, ha rappresentato una svolta per il calcio globale. Stadi gremiti, grande interesse mediatico e partite di livello hanno spinto la FIFA di Gianni Infantino a considerare il torneo un appuntamento strategico nel calendario internazionale.

Nonostante l’entusiasmo, la federazione mondiale preferisce non forzare i tempi: la prossima edizione, prevista nel 2029, sarà il vero banco di prova per capire se il format possa davvero imporsi come evento centrale del panorama calcistico.

I limiti imposti dal calendario

Come riportato da RMC Sport, a Zurigo c’è la consapevolezza che qualsiasi tentativo di accelerare le riforme incontrerebbe un muro compatto: leghe nazionali, associazioni di calciatori e club non intendono stravolgere un calendario già blindato fino al 2030.

Questo rende impossibili modifiche immediate, rinviando ogni discussione concreta alla finestra successiva, quando gli equilibri potrebbero essere ridisegnati.

Le ipotesi di riforma dal 2031

Dal 2031 potrebbe aprirsi una nuova fase: la FIFA valuta l’idea di rendere il Mondiale per Club biennale, ampliando il numero delle squadre fino a 48 e garantendo un peso sempre maggiore ai club europei.

Una prospettiva che trova il sostegno di realtà come il Real Madrid di Florentino Perez, da sempre fautore di competizioni internazionali più ampie e redditizie. Per i blancos, naufragato il progetto Super League, il Mondiale per Club rappresenterebbe la vetrina perfetta per ribadire il proprio ruolo di leader globale.

Il fronte della UEFA e i rischi di conflitto

Chi rischia di perdere terreno è la UEFA, guidata da Aleksander Čeferin. Una cadenza biennale cancellerebbe la finestra internazionale di giugno, riducendo lo spazio per le competizioni europee e intaccando equilibri economici consolidati.

Un punto che rende la trattativa ancora più delicata, con un inevitabile braccio di ferro destinato a protrarsi negli anni a venire. Le società di primo piano, tra cui anche la Juventus, osservano con attenzione gli sviluppi, consapevoli che il futuro del calcio mondiale passerà anche da queste decisioni.

Una sfida tutta da scrivere

Non ci sono ancora certezze, ma una cosa appare chiara: il Mondiale per Club, nel nuovo format, sarà al centro di uno scontro di potere tra FIFA, UEFA e grandi club europei. Una partita politica e sportiva che non si giocherà sul campo, ma nelle stanze del potere, e che deciderà la geografia del calcio del futuro.

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