La Juventus sta attraversando una fase di transizione, fatta di tentativi, aggiustamenti e ricerca di una nuova identità vincente. A fotografare il momento del club è Marcello Lippi, uno che di ricostruzioni e rinascite se ne intende. L’ex tecnico bianconero, intervistato da Gianlucadimarzio.com, ha offerto una lettura lucida e per nulla nostalgica del presente juventino, richiamando la propria esperienza personale alla guida del club.
Lippi e i cicli di ricostruzione
Nel suo intervento, Lippi ha ricordato come anche i suoi due cicli sulla panchina della Juventus non siano partiti da successi immediati. Al contrario, furono preceduti da stagioni complicate, in cui il club sembrava aver smarrito certezze e ambizioni. Serve tempo, ha spiegato l’ex allenatore, ma soprattutto serve compattezza. Nei momenti difficili, secondo Lippi, la differenza non la fanno solo le scelte tecniche, bensì la capacità di restare uniti come ambiente, sostenuti da una proprietà presente e da una tifoseria capace di guardare oltre l’immediato risultato.
Il valore dell’unità come base per vincere
Lippi insiste su un concetto chiave: l’unità. È stato questo l’elemento che, nel suo passato bianconero, ha permesso alla Juventus di ritrovare stabilità e poi di tornare a dominare in Italia e in Europa. La determinazione condivisa tra squadra, società e pubblico è, per l’ex ct azzurro, il vero motore delle grandi rinascite. Applicando lo stesso schema al presente, Lippi vede una Juventus che sta provando a rimettere insieme i pezzi. Il percorso non è lineare e non può esserlo, ma l’intenzione di costruire qualcosa di solido appare chiara.
John Elkann come garanzia di continuità
Nel suo ragionamento, un ruolo centrale lo occupa John Elkann. Per Lippi, la presenza di Elkann rappresenta una garanzia di stile, valori e visione a lungo termine. Non si tratta soltanto di risultati sportivi, ma di una tradizione che la Juventus porta avanti da quasi un secolo grazie alla famiglia Agnelli. Il messaggio è diretto anche ai tifosi: sostenere la proprietà e il club significa credere in un progetto che guarda oltre le difficoltà contingenti. La Juventus, nella visione di Lippi, non ha mai smesso di essere un simbolo del calcio italiano nel mondo, e proprio da questa identità può ripartire.
Uno sguardo al futuro senza nostalgia
Lippi non indulge nella nostalgia dei trionfi passati, ma usa la storia come bussola. Il suo è un invito alla pazienza e alla fiducia, senza illusioni ma con la consapevolezza che i cicli vincenti non nascono dal nulla. La Juventus di oggi, come quelle che lui ha guidato, è chiamata a passare attraverso una fase di costruzione. Se saprà restare compatta, secondo Lippi, il futuro potrà tornare a parlare bianconero. E non per caso.

