Edon Zhegrova è l’unico volto dell’attacco juventino 2025-26 a non aver ancora avuto una chance dal primo minuto. Con Igor Tudor prima e Luciano Spalletti poi, tutti gli attaccanti della rosa hanno avuto almeno una titolarità, tranne lui. Un dato che pesa, soprattutto se si considera che l’unica eccezione è Arkadiusz Milik, fermo da 545 giorni per infortunio. Zhegrova, invece, il campo lo ha visto, ma solo a sprazzi: cinque apparizioni totali, tutte da subentrante, e appena 79 minuti complessivi tra campionato e Champions.
Il peso della pubalgia e una preparazione compromessa
Il 2024-25 per Zhegrova è stato un anno da incubo. Una pubalgia insistente ha minato condizione, continuità e preparazione estiva, inchiodandolo a un ruolo marginale in un reparto che aveva bisogno dell’esatto contrario: gamba, brillantezza, imprevedibilità. Le scelte di Tudor prima e di Spalletti poi ne sono state la diretta conseguenza: troppo poco brillante fisicamente per meritare la titolarità, troppo importante non forzare i tempi per evitare ricadute.
Adesso, però, il peggio è passato. E alla Continassa l’idea che il kosovaro possa presto tornare realmente disponibile non è più un auspicio: è un piano.
Perché la Juventus ha bisogno proprio di lui
Il punto è semplice: se l’attacco della Juventus producesse valanghe di gol, Zhegrova potrebbe anche essere inserito con calma. Ma la realtà è l’opposto. La Vecchia Signora ha numeri da reparto in apnea, con una manovra offensiva che fatica a decollare e un tasso di imprevedibilità che resta troppo basso per le ambizioni del club.
È qui che il kosovaro può diventare una risorsa immediata. Non tanto per il numero dei gol, 42 in 213 partite in carriera non fanno pensare a un bomber, ma per ciò che sa fare meglio: creare caos, saltare l’uomo, aprire spazi, generare situazioni pericolose. Zhegrova non è un finalizzatore, è un moltiplicatore di gioco. E questa Juventus ha un disperato bisogno di qualcuno che accenda la luce negli ultimi trenta metri.
I numeri degli altri: perché Zhegrova può trovare spazio
Il rendimento degli altri attaccanti spiega perché Spalletti potrebbe voltarsi presto verso di lui.
Dusan Vlahovic ha numeri dignitosi (6 gol, 2 assist) ma vive di alti e bassi.
Kenan Yildiz, con i suoi 3 gol e 4 assist, è l’unico realmente continuo.
Jonathan David sta ancora cercando la sua posizione ideale.
Conceicao ha lampi, ma manca di costanza.
Openda non ha ancora trovato né gol né assist.
In questa fotografia, Zhegrova ha una finestra: nessuno si è davvero preso la Juventus sulle spalle e l’attacco ha bisogno di scossa.
Ora tocca a lui
La sensazione è che Spalletti voglia aspettare il momento giusto per lanciarlo, magari in un contesto meno congestionato rispetto ai big match. Ma il messaggio è chiaro: Zhegrova è passato dal recupero fisico alla lista delle opzioni credibili. E se ha superato davvero le difficoltà della pubalgia, il suo ingresso dal primo minuto è diventato solo una questione di calendario.
Perché una Juventus che segna poco non può permettersi di lasciare nel cassetto un giocatore che, quando sta bene, può inventare ciò che oggi manca: imprevedibilità, dribbling, scintille.

