La Juventus espugna il Dall’Ara e ritrova una vittoria pesante nello scontro diretto con il Bologna, decisa dal gol di Juan Cabal a poco meno di mezz’ora dalla fine. Un successo che vale il sorpasso in classifica sui rossoblù e il quinto posto, a una sola lunghezza dalla Roma, in attesa della chiusura del turno. Ma oltre al risultato, a tenere banco è anche l’analisi delle prestazioni individuali, in particolare quella di Kenan Yildiz.
Il giovane attaccante turco è stato ancora una volta al centro del gioco offensivo bianconero, confermando qualità tecniche e personalità. Tuttavia, il dibattito si è acceso su un aspetto preciso: quanto incide davvero negli ultimi metri.
La lettura di Giancarlo Marocchi
Negli studi di Sky Sport, a prendere la parola è stato Giancarlo Marocchi, ex centrocampista di Juventus e Bologna, che ha offerto una riflessione ampia, andando oltre il singolo episodio. “C’è il solito Yildiz”, ha spiegato, riconoscendo il talento del turco anche contro un Bologna apparso stanco ma comunque capace di costringere la Juve ad alzare i ritmi.
Marocchi ha allargato il discorso all’identità bianconera, ricordando il senso di appartenenza vissuto ai suoi tempi a Torino e sottolineando come oggi la Juventus mostri limiti evidenti, anche sul piano tecnico. In questo contesto, Yildiz rappresenta una risorsa preziosa, ma ancora incompleta.
Il paragone con Del Piero
Il passaggio più significativo dell’analisi arriva quando Marocchi chiama in causa la storia. “Yildiz dovrebbe studiarsi il percorso di Del Piero”, ha detto, ricordando come l’ex capitano bianconero, agli inizi con Lippi, giocasse nei tre attaccanti rientrando molto, prima di compiere una trasformazione decisiva. Del Piero, col tempo, capì che la priorità era fare gol, diventando progressivamente un bomber.
Un esempio non casuale. Secondo Marocchi, il salto di qualità di Yildiz passa proprio da lì: dalla capacità di trasformare la qualità in numeri, di incidere con maggiore continuità sotto porta.
Perfetto per Spalletti, ma serve il passo in avanti
Il giudizio finale non è una bocciatura, ma un invito alla crescita. “In questo momento Yildiz è perfetto per Spalletti”, ha concluso Marocchi, sottolineando come il suo lavoro, la sua mobilità e la sua intelligenza tattica siano funzionali al sistema dell’allenatore. Ma il margine è ancora ampio. “Lo vorrei solo un po’ più decisivo in avanti”.
La Juventus si gode il risultato e i progressi del suo talento, ma il messaggio è chiaro. Per diventare davvero centrale nel progetto bianconero, Yildiz dovrà aggiungere peso offensivo alle sue prestazioni. Il talento c’è. Ora tocca alla concretezza.

