Alla Juventus di Luciano Spalletti è tempo di voltare pagina. Dopo le prime tre uscite, due pareggi e una vittoria, in cui ha agito da “normalizzatore” per ridare equilibrio e serenità a un gruppo smarrito, il tecnico toscano prepara ora la vera rivoluzione tattica. Con la sosta delle Nazionali come finestra strategica, Spalletti ha deciso di imprimere la sua identità al progetto bianconero: più coraggio, più possesso, più idee.
La nuova base: difesa a quattro e gioco propositivo
Secondo quanto riportato da Tuttosport, Spalletti è “ferocemente convinto” che questa rosa abbia tutte le carte in regola per abbandonare definitivamente la difesa a tre, simbolo delle gestioni precedenti. Il nuovo assetto ruoterà attorno al 4-3-3, con la possibilità di evolvere in 4-2-3-1 a seconda degli interpreti.
La linea arretrata sarà la “pietra miliare” del nuovo corso: con Kalulu a destra, la coppia Gatti–Kelly al centro (il difensore inglese rientrerà dopo la sosta) e Cambiaso a sinistra. In attesa dei lungodegenti Bremer e Cabal, la priorità sarà ritrovare sincronismi e costruzione dal basso, marchio di fabbrica spallettiano.
Il grande cantiere dell’attacco
Ma il vero banco di prova sarà il reparto offensivo. Spalletti sa che il rilancio della Juventus passa dai suoi attaccanti, fin qui la nota dolente della stagione.
Il tecnico ha in mente due piste: la principale è un tridente fluido con Yildiz e Chiesa (o Miretti) a supporto di Vlahović, ma non è escluso un 3-4-1-2 “ibrido”, in cui Yildiz agirebbe alle spalle di Vlahović e Openda.
Proprio Openda, sin qui deludente, è uno dei progetti personali di Spalletti: “ha trovato pane per i suoi denti”, avrebbe confidato ai collaboratori, convinto di poterne risvegliare la fame.
Diverso il discorso per Jonathan David, finito ai margini dopo le parole del tecnico nel post-derby (“è un calciatore da quei minuti lì”). Una frase che suona come una bocciatura tattica: per ora, David e Vlahović non sembrano compatibili nello stesso undici.
La cura Spalletti
Possesso palla, linee corte e gioco verticale: la cura Spalletti entra nel vivo. Dopo settimane di transizione, l’obiettivo è chiaro, restituire alla Juventus un’identità riconoscibile. Il tecnico chiede pazienza ma promette spettacolo: il suo progetto nasce ora, con la convinzione che la Signora, pur ferita, possa tornare presto a dominare. Una Juventus che cambia pelle, ma non ambizione. E che dalla prossima partita in poi, dovrà dimostrare che la rivoluzione è appena cominciata.

