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Juventus, il futuro resta un rebus: Exor dice no, ma tornano le voci saudite

4 min di lettura

Dopo il rifiuto all’offerta di Tether e le parole di Elkann, emergono indiscrezioni su emissari dell’Arabia Saudita e su una valutazione da due miliardi.

Il futuro della Juventus continua a far discutere, nonostante i messaggi ufficiali vadano in una direzione chiara. Il rifiuto dell’offerta presentata da Tether e le parole nette di John Elkann sembravano aver chiuso il tema di una possibile cessione. In realtà, dietro le quinte, il dossier resta aperto.

Il consiglio di amministrazione di Exor, azionista di maggioranza del club bianconero, ha respinto all’unanimità l’offerta di Tether, valutata intorno a 1,1 miliardi di euro. A rafforzare la posizione è arrivata anche la presa di parola di Elkann, che ha ribadito la volontà di proseguire la storia della Juventus all’interno della famiglia Agnelli. Ma nel mondo della finanza, si sa, le certezze assolute esistono raramente.

Le indiscrezioni sugli emissari sauditi

Negli ambienti torinesi più vicini ai vertici finanziari circola da settimane una voce insistente: emissari sauditi avrebbero manifestato un interesse esplorativo per l’asset Juventus. Non si parla di offerte formali, né di trattative avviate, ma di contatti e sondaggi che avrebbero riportato il club bianconero al centro di un possibile scenario internazionale.

Un interesse che, secondo quanto filtra, sarebbe ben diverso da quello respinto in precedenza. Non solo per la provenienza, ma soprattutto per i numeri ipotizzati.

La valutazione fissata da Exor

Il punto chiave resta la valutazione. Exor, da tempo, considera la Juventus un asset da circa due miliardi di euro, cifra ritenuta congrua al peso del brand, alla storia e al potenziale mediatico del club, indipendentemente dall’attuale capitalizzazione di Borsa.

Una valutazione nettamente superiore a quella avanzata da Tether e che, se davvero messa sul tavolo, cambierebbe inevitabilmente il tono della discussione. È su questo livello che si misurerebbe qualsiasi interesse reale.

Elkann, Bin Salman e i legami internazionali

A rendere il quadro più complesso ci sono anche i rapporti personali e industriali. Tra Elkann e il principe ereditario saudita Mohammed bin Salman esistono da tempo relazioni solide, rafforzate da dossier che vanno oltre il calcio.

Uno di questi riguarda il gruppo editoriale Gedi, di cui Exor sta valutando la cessione. Nelle trattative è coinvolto l’imprenditore greco Theodore Kyriakou, a sua volta legato al fondo sovrano saudita Public Investment Fund, che in passato ha già investito nella sua galassia imprenditoriale. Incastri finanziari che alimentano le indiscrezioni, senza però tradursi in fatti concreti.

Una Juventus che vale più dei numeri

Al netto delle voci, la posizione ufficiale resta invariata. Per Elkann e per la famiglia Agnelli, la Juventus non è soltanto un investimento: è un simbolo identitario, un moltiplicatore mediatico e un elemento centrale dell’immagine del gruppo.

È questo il vero spartiacque. Anche davanti a cifre imponenti, la decisione non sarebbe soltanto economica. Ecco perché, nonostante i rumors sauditi e le valutazioni stellari, la partita è ancora tutta da giocare. In silenzio, lontano dai riflettori, come spesso accade quando in ballo c’è molto più di un semplice club di calcio.

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