Ci sono addii che restano impressi nella mente, non tanto per essere giunti ma per come si sono poi espressi. Qualche giorno fa, Nicolò Fagioli ha voluto dire la sua attraverso una lunga intervista rilasciata al Corriere dello Sport. Il centrocampista, ora alla Fiorentina, ha voluto raccontare la scelta intrapresa dalla Juventus e quanto il rapporto con Thiago Motta si sia rivelato decisivo per la sua cessione.
Non una novità, a parlarne qualche giorno fa era stato Huijnsen, anch’esso deluso da un addio amaro quanto ingiustificato. Lo specchio di una Juventus che ha preferito mandare altrove i giovani di maggiore prospettiva, a favore di giocatori più blasonati che ad oggi non hanno rispettato le apsettative. Ed il ruolo di thiago motta ancora uan volta occupa una parte centarle nella vicenda.
Fagioli: “Thiago Motta non mi considerava più”
“Thiago Motta non mi considerava più, solo Allegri mi ha dato la possibilità di giocare con continuità. Quando sai che l’allenatore non ti vede, se manca la fiducia ti prepari al peggio. Se entri per tre, quattro minuti, e ti dicono che devi entrare meglio, dentro di te scatta qualcosa di negativo. Quando a fine dicembre ho lasciato la Juventus ho pianto. È stata una bella botta”.
Parole rilasciate da Fagioli qualche ora dopo la vittoria della Fiorentina contro la Juventus e che raccontano come la gestione degli ex Next Gen, con l’addio di Allegri, non sia stata alla pari delle aspettative e dell’investimento che la stessa società aveva fatto nei confronti del proprio settore giovanile. Un’inversione di tendenza che, in mezzo anche a tanti altri problemi, può aver caratterizzato la stessa stagione bianconera.
In generale, usare Thiago Motta come panacea di tutti i problemi risulta subdolo anche perché il concorso di colpe con alcune scelte intraprese dalla società è evidente. Quel che rimane tuttavia non è solo la delusione di Fagioli, o dello stesso Huijsen, ma l’incapacità della Juventus di gestire al meglio il futuro dei suoi giovani.