Juventus, Di Gregorio: “Possiamo vincere il Mondiale per Club, Tudor ci chiede aggressività”

Michele Di Gregorio è diventato uno dei pilastri della Juventus in undici mesi: il portiere bianconero racconta la sua crescita dal suo arrivo a Torino e le ambizioni nel Mondiale per Club

Redazione Stile Juventus
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Undici mesi alla Juventus per prendersi le chiavi e chiudere la saracinesca alle sue spalle: nel corso della stagione Michele Di Gregorio si è rivelato essere uno dei pilastri della Vecchia Signora, resistendo ai tanti cali di tensione della squadra e diventando concretamente importante nella qualificazione alla prossima Champions League. Anche nel corso del Mondiale per Club, il portiere si sta dimostrando essenziale per le dinamiche juventine: “Certo che ci pensiamo di poter vincere il Mondiale per Club, adesso è ancora più giusto credere alla possibilità di arrivare in fondo al Mondiale”, parole arrivate a seguito della vittoria per 4-1 contro il Wydad.

È nel corso della sua intervista a La Gazzetta dello Sport che mette in chiaro le sue intenzioni e quelle della sua squadra: “Quando sei alla Juventus l’unico pensiero è quello di vincere sempre. Dopo due vittorie nelle prime due partite del girone penso sia ancora più giusto crederci. Siamo qui per onorare al meglio la manifestazione e, siccome siamo la Juventus, anche per vincerla”.

E continua: “Al di là dei discorsi e degli aspetti tattici, sempre importanti, Tudor è stato bravo a toccare le corde giuste a livello emotivo della squadra. Quando è arrivato a fine marzo arrivavamo da sconfitte pesanti ed era difficile rialzarsi. Ma lui è riuscito. Tudor ci ha chiesto aggressività, corsa, intensità ed è quello che ora ci permette di fare bene in campo. Tanto nel debutto al Mondiale tanto quanto contro il Wydad, ho visto una squadra messa bene per 95 minuti in campo anche a livello fisico”.

Juventus, Di Gregorio: “Siamo una squadra viva e aggressiva”

Di Gregorio poi commenta anche la stagione della Juventus: “Credo che l’obiettivo del quarto posto fosse il minimo per il campionato, ma si era complicato e a quel punto tutto è diventato più difficile. Siamo riusciti a compattarci come squadra, con idee chiare e nette. Dopo aver conquistato la Champions League, siamo venuti in America a giocarci questa competizione importante e bellissima. È inevitabile avere una carica in più. L’aggressività e l’andare avanti sono caratteristiche che l’allenatore ci ha trasmesso. Siamo una squadra viva e aggressiva, tutti stanno alti e il portiere deve coprire più spazi. Tudor mi coinvolge di più nella manovra”.

Poi termina il suo discorso: “È sempre importante parare, qualunque sia il risultato. Analizzeremo il gol preso contro il Wydad e ci aiuterà a migliorare. Lavoreremo in quella direzione per la prossima partita. Ci sono tanti portieri forti qui, conosco di più i portieri dei club europei, ma sono sicuro che si saranno anche altri che mi colpiranno.” E conclude: “Qualsiasi stagione ti aiuta a migliorare e a crescere. Alla Juventus questo avviene ancora di più. In una società come questa capisci che devi giocare per vincere e le pressioni si fanno grandi. Non mi vedo cresciuto solo in un aspetto, ma a 360°”.

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