Juventus tra caos e Champions League: da Thiago Motta a Tudor, la stagione del riscatto a metà

La vittoria contro il Venezia fa calare il sipario sulla stagione 2024/2025 della Juventus. I bianconeri, non senza problemi, conquistano il quarto posto e la qualificazione in Champions League. Analizziamo ora tutte le fasi della stagione dei bianconeri, facendo un confronto con il passato.

Luigi De Vincentis
7 min di lettura

Con un 2-3 in trasferta contro il Venezia di Eusebio Di Francesco termina una delle stagioni più sofferte della storia recente della Juventus. Fino all’ultimo, i bianconeri, allenati da Igor Tudor, hanno dovuto sudarsi il quarto posto. Solo il rigore di Manuel Locatelli, causato da un fallo di Hans Nicolussi Caviglia su Conceição, ha permesso di strappare il pass per la prossima Champions League.

La stagione 2024-2025, che si chiuderà definitivamente con il Mondiale per Club, segue la linea delle precedenti. La Vecchia Signora sta vivendo una fase di lento ridimensionamento, sia in campo che in società, che non le consente di essere competitiva. Nelle ultime annate ha visto trionfare le rivali — Inter e Napoli su tutte — e si è dovuta accontentare di sollevare soltanto la Coppa Italia, non senza polemiche finali.

L’obiettivo dichiarato a inizio anno dalla dirigenza era quello di tornare ad essere competitivi e giocarsi il titolo. La Juventus non è mai stata realmente in corsa per lo scudetto, e gli infortuni hanno accentuato ulteriormente il divario con le prime della classe.

Il quarto posto, con la conseguente qualificazione in Champions League, rappresenta il minimo sindacale, ma i molti soldi spesi durante il calciomercato non hanno prodotto i risultati sperati, complicando i piani prefissati. Numerosi acquisti importanti non hanno reso come previsto.

Giuntoli e Thiago Motta: un amore mai sbocciato

A inizio stagione le aspettative erano altissime. Giuntoli aveva puntato tutto su Thiago Motta, dopo l’esonero di Massimiliano Allegri al termine della finale di Coppa Italia della scorsa stagione. L’ex tecnico del Bologna aveva il compito di riportare la Juventus a lottare per lo scudetto e proporre un calcio più moderno anche a Torino. Tuttavia, tra i due, l’intesa non è mai nata.

Thiago Motta, ex tecnico Juventus
Thiago Motta, ex tecnico Juventus

Tanti sono stati gli investimenti effettuati dall’ex DS del Napoli per mettere l’allenatore nelle condizioni migliori, ma né Motta né, tantomeno, i giocatori hanno rispettato le attese. Koopmeiners, Nico González, Conceição e Kolo Muani, arrivato a gennaio, non sono riusciti a garantire quel salto di qualità atteso.

A tutto ciò si sono aggiunti due gravi infortuni nel reparto difensivo: Cabal e Bremer sono ancora ai box per la rottura del legamento crociato anteriore, compromettendo le alternative nella retroguardia bianconera.

Ma ciò che la società sembra non aver digerito è stata la gestione dello spogliatoio. Il tecnico italo-brasiliano non avrebbe mai conquistato la piena fiducia del gruppo, e nemmeno con la stampa il rapporto è mai decollato. L’eliminazione dai playoff di Champions League per mano del PSV a febbraio ha accelerato il tracollo della sua posizione.

L’esonero è arrivato il 23 marzo, dopo due pesanti sconfitte: lo 0-3 casalingo contro la Fiorentina e il 4-0 al Gewiss Stadium contro l’Atalanta hanno spinto la dirigenza a intervenire.

Tudor come traghettatore: obiettivo Champions raggiunto

Al posto di Motta è subentrato Igor Tudor. Il tecnico croato ha accettato un contratto di tre mesi come traghettatore pur di dare una mano alla Juventus. Per amore della Vecchia Signora ha percorso un lungo viaggio in auto per mettersi subito al lavoro. Fin dal primo giorno ha trasmesso al gruppo i suoi principi: grinta e determinazione fino al fischio finale. Il bel gioco non si è visto, ma in quel momento contava soltanto vincere e ritrovare fiducia. I giocatori lo hanno seguito, e i risultati — seppur a fatica — sono arrivati.

Ha dovuto prendere decisioni difficili: Vlahovic, per larghi tratti, è stato escluso dal progetto. Spesso gli è stato preferito Kolo Muani, ma senza ottenere reali benefici. Gli attaccanti non hanno inciso come previsto, costringendo la squadra a cercare i gol in altri reparti.

Tudor, Juventus
Tudor, Juventus

Alla fine la qualificazione in Champions League è arrivata, seppure con grande sofferenza. Un solo punto ha fatto la differenza nella serrata lotta con la Roma di Ranieri. La Juventus avrebbe potuto chiudere prima il discorso qualificazione, ma gli errori e i tanti pareggi sotto la gestione Motta hanno pesato enormemente.

Ciò che resterà dell’esperienza di Tudor sulla panchina dell’Allianz Stadium è la sua fame e la voglia di vincere. Anche ieri, al triplice fischio dell’arbitro Colombo, il suo urlo liberatorio ha dimostrato quanto tenesse alla causa. L’abbraccio con i giocatori ha evidenziato il legame creatosi in poco tempo. Un gruppo che lo ha seguito e che, insieme, ha raggiunto l’obiettivo.

Secondo Gianluca Di Marzio, l’addio del tecnico croato potrebbe essere rinviato a dopo il Mondiale per Club. La società gli avrebbe comunicato l’intenzione di affidargli la squadra anche per la spedizione americana, per poi valutare se aprire un nuovo ciclo tecnico.

Era meglio quando si stava Allegri?

Ora che la stagione si è conclusa, il confronto con Massimiliano Allegri è inevitabile. Il tecnico livornese si trovava anch’egli al quarto posto al momento dell’esonero. Montero, traghettatore per due partite, ha semplicemente portato a termine il lavoro iniziato da chi lo aveva preceduto.

A differenza del duo Motta-Tudor, Allegri non ha ricevuto tutti gli innesti richiesti. Va riconosciuto il merito di aver lanciato diversi giovani e di aver comunque raggiunto la qualificazione alla Champions. Nella scorsa stagione, oltre al piazzamento europeo, era arrivata anche la Coppa Italia, decisa da un gol di Vlahovic, non senza discussioni.

Allegri, ai tempi della Juventus
Allegri, ai tempi della Juventus

In Serie A, con Allegri in panchina, erano arrivati 71 punti, uno in più rispetto a questa stagione, e soprattutto il terzo posto finale. A condannare il tecnico toscano è stato anche il rapporto teso con il DS Giuntoli, culminato in uno scontro durante i festeggiamenti della Coppa Italia.

Dal punto di vista sportivo, ha pesato la precoce eliminazione dalla Champions League nella fase a gironi. Ora, per la Juventus, si apre un nuovo anno zero: serviranno investimenti, un nuovo allenatore e un progetto rinnovato. L’unica certezza è che bisogna tornare a vincere.

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Sono Luigi De Vincentis, diplomato al liceo classico e ora laureando in Scienze della Comunicazione presso l'Università degli Studi di Roma Tor Vergata. Da sempre tifoso della Juventus. Da quando ero bambino ho sempre avuto un unico obbiettivo: raccontare il calcio. Da sempre il giornalismo è stata la mia passione e il mio obbiettivo principale. Ora metto la mia passione e la mia fede a servizio dei tifosi bianconeri
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