La vittoria dell’ultimo turno ha portato grande entusiasmo nell’ambiente bianconero. Il piano partita studiato da Spalletti ha funzionato alla perfezione. Soltanto una settimana fa l’allenatore toscano è stato oggetto di critiche per l’atteggiamento rinunciatario e conservativo dimostrato dalla squadra nella sconfitta di Napoli. Nonostante un solo cambio di formazione, la prestazione è stata opposta alla scorsa settimana. I giocatori bianconeri hanno attuato un attacco feroce che ha messo in difficoltà i riferimenti del Bologna. La pressione iniziale era composta dai tre attaccanti ed è stata svolta in maniera asfissiante da Cambiaso e McKennie: i due hanno avanzato il loro raggio d’azione in maniera evidente rispetto alla partita con i partenopei.
Difesa a 4 e la svolta tanto attesa: ma il modulo è realmente cambiato?
Dall’avvento di Spalletti sono iniziate le valutazioni sul possibile cambio modulo. Dopo la partita giocata in settimana l’allenatore aveva momentaneamente frenato questa possibilità dichiarando di aver bisogno del rientro di un centrale di piede destro per attuare nuove soluzioni tattiche. Nella partita di Bologna ci sono state delle novità, ma analizzando le posizioni medie dei calciatori bianconeri si può notare come l’assetto tattico non sia cambiato. I bianconeri hanno avanzato la posizione della propria linea difensiva, lasciando i tre difensori nell’uno contro uno con gli attaccanti del Bologna.
A centrocampo Locatelli e Thuram hanno svolto un lavoro straordinario stroncando sul nascere le tracce offensive create dalla squadra avversaria. Questa scelta ha esaltato il pacchetto arretrato: lo dimostrano le ottime prove di Koop e Kalulu e la roboante gara giocata da Lloyd Kelly. Dopo l’errore dello scorso turno costato la rete di Højlund, il centrale Inglese si è riscattato alla grande disputando la sua miglior prova da quando è in Italia. In una gara perfettamente condotta dalla Vecchia Signora, l’unico difetto che si può imputare ai giocatori sono i molti errori di natura tecnica effettuati. Passaggi banali sbagliati in zone di campo decisive hanno rischiato di compromettere una vittoria ampiamente legittimata in campo. In particolare gli errori nell’ultimo passaggio hanno impedito alla Juventus di rendere più largo il successo.
L’uomo più importante è ancora una volta il meno atteso: Weston McKennie ha conquistato l’ennesimo allenatore
Da quando il tecnico di Certaldo siede sulla panchina bianconera l’americano ha cambiato marcia: nel nuovo ruolo disegnatogli da Spalletti il jolly texano è rinato. L’americano occupa la posizione di esterno in fase difensiva per poi trasformarsi in un vero e proprio attaccante durante le azioni offensive. Sebbene il cambio sia imminente, la grande prova della Juventus contro il Bologna è stata figlia di un cambio di atteggiamento e non proprio di un cambio tattico.
La sensazione, però, è che questa partita rappresenti più un punto di partenza che un traguardo. La Juventus vista a Bologna ha mostrato finalmente un’identità chiara, fatta di aggressività, coraggio e fiducia nei propri mezzi, ma resta il nodo della continuità. Se l’atteggiamento sarà quello di questa domenica, allora anche le imperfezioni tecniche potranno essere assorbite dal peso della prestazione. Spalletti sembra aver trovato la chiave emotiva prima ancora di quella tattica: ora la sfida vera sarà dimostrare che non si è trattato di un episodio isolato, ma dell’inizio di una Juventus finalmente riconoscibile.

