Nelle stanze della Continassa si ragiona su un mercato d’inverno mirato e sostenibile. Il profilo è noto, la storia pure: Milinković-Savić, 1995, muscoli e visione da mezzala totale. Le ultime voci lo descrivono in scadenza con l’Al Hilal e freddo sul rinnovo; da qui la possibilità di un ritorno in Italia a condizioni più morbide rispetto al passato, con una valutazione che oscillerebbe tra 15 e 20 milioni. Per rendere l’operazione davvero percorribile, la Juve starebbe valutando la cessione di Vlahović nel mercato di gennaio: destinazione Premier o Liga, incasso indicato in circa 15 milioni. Un’architettura finanziaria “leggera” che darebbe a Tudor un rinforzo di qualità in mezzo senza appesantire il bilancio.
Perché avrebbe senso tecnico (e dove stare attenti)
Sul campo, l’innesto di Sergej alzerebbe statura e soluzioni: strappi box-to-box, gioco aereo, gol da inserimento, letture sulle seconde palle. In coppia con profili come Koopmeiners/McKennie e davanti a un regista (Locatelli o chi per lui), comporrebbe una mediana fisica e verticale, in linea con l’idea di Tudor. Le cautele? Due: la tenuta fisica dopo il ciclo arabo e l’allineamento sui parametri (ingaggio, durata, bonus). Quanto a Vlahović, la scelta avrebbe impatto tecnico ed emotivo: rinunciare al miglior finalizzatore stagionale (al netto dei ballottaggi) obbligherebbe a un chiaro ridisegno del reparto avanzato.
Scenario, tempistiche, variabili
- Tempistica: gennaio è vicino ma denso di incastri. Tutto passa dalla finestra in uscita (Vlahović) e dalla reale apertura dell’Al Hilal a un prezzo “europeo”.
- Formula: trattativa “cash & light” (15–20M) solo con ingaggio sostenibile e spazio salariale liberato.
- Piano B: senza cessioni rilevanti, la Juve può virare su un prestito con opzione o congelare l’operazione a giugno.