Un martedì che doveva consacrarlo si è trasformato in una corsa contro il tempo. All’Estadio de la Cerámica, nella notte di Champions che Juan Cabal aveva guadagnato sul campo, la sua partita finisce dopo appena un quarto d’ora: mano alla coscia destra, sguardo basso, cambio immediato. La Juventus si ritrova così con il fiato sospeso in vista delle prossime sfide: oggi il club attende gli accertamenti per conoscere natura e tempi dello stop.
Cosa è successo e perché a Torino serpeggia ansia
Il fotogramma è arrivato al 15’: dopo un rilancio in uscita, Cabal crolla al suolo e chiama subito lo staff medico. Le prime sensazioni a bordocampo non sono state rassicuranti: si teme un problema muscolare alla coscia (ipotesi stiramento) che, se confermato, lo fermerebbe nelle settimane decisive della stagione. Una beffa soprattutto per chi, come il colombiano, era reduce dall’onda lunga della prestazione da uomo partita in campionato e si era guadagnato la fiducia di Igor Tudor a suon di gamba e coraggio.
La Juventus, già in emergenza in mezzo e con rotazioni ridotte sulle corsie, perde così – almeno per stanotte – una delle sue valvole di spinta e copertura. Il protocollo ora è chiaro: esami strumentali nelle prossime ore, valutazione clinica e programma di recupero calibrato. A Vinovo si spera in un esito più lieve di quanto suggerito dalle immagini a caldo: un semplice indurimento cambierebbe lo scenario, uno stiramento aprirebbe invece un cantiere sul piano delle scelte.
Nel frattempo, l’episodio restituisce una verità semplice: la storia recente di Cabal – dal lungo calvario al crociato alla rinascita di questi giorni – è fatta di resilienza. Il primo avversario da battere, di nuovo, è il tempo.