Da possibile sacrificio estivo a riferimento quasi obbligato dell’attacco bianconero: la parabola di Dusan Vlahovic nella Juventus 2025/2026 si è ribaltata completamente. L’infortunio, però, ha riscritto per intero lo scenario. La lesione che lo terrà fuori fino a gennaio inoltrato – se non oltre – priva Spalletti dell’unico centravanti realmente affidabile nella produzione offensiva, nonostante una media realizzativa lontana dagli standard di un top europeo. Il tecnico toscano sperava che dicembre diventasse il mese della continuità del serbo. Invece, tutto si è fermato di colpo. Vlahovic chiude il 2025 ai box, e la Juventus è costretta a ripensare il proprio equilibrio.
La delusione di David e Openda e un reparto in bilico
I numeri parlano chiaro: Jonathan David e Lois Openda non hanno inciso. Il canadese si è smarrito in un adattamento più complesso del previsto, mentre il belga alterna lampi e lunghe pause. Nessuno dei due è riuscito a prendere per mano l’attacco. Ed è qui che si complica tutto: dal primo gennaio Vlahovic avrà la possibilità di trattare con altri club per un eventuale trasferimento estivo a parametro zero. Il suo sostituto, dunque, potrebbe diventare un acquisto anticipato. “Secondo me due o tre mesi passano… io però preferivo avere Vlahovic”, ha ammesso Spalletti, amaro ma lucido nella lettura del momento.
Juve sul mercato? L’ipotesi è concreta
La Juventus dovrà muoversi. Non avere un centravanti vero per almeno otto settimane è un rischio difficile da gestire, anche in una stagione dove il gioco di Spalletti prevede una notevole partecipazione collettiva. Il club guarda ai profili già monitorati negli ultimi mesi, ma con prudenza: la situazione economica, gli equilibri di bilancio e il fair play finanziario non consentono colpi monumentali.
I profili seguiti: idee, suggestioni e limiti
Joshua Zirkzee resta un nome caldo, ma la Roma ha già mosso passi più concreti. La pista Fullkrug è un ritorno di fiamma, mentre Pellegrino del Parma rappresenta un investimento più progettuale, probabilmente rimandato all’estate. Fabio Silva, poco impiegato a Dortmund, è una soluzione più semplice ma meno convincente. Tutte idee che non hanno ancora prodotto trattative formali. Gli scenari cambieranno solo se la dirigenza troverà una formula economicamente sostenibile.
La carta Yildiz: la soluzione interna che può cambiare tutto
Se il mercato è un’incognita, c’è una strada molto più immediata: Kenan Yildiz. È lui il trascinatore di questo inizio di stagione. È lui, soprattutto, il profilo che Spalletti vede capace di interpretare anche il ruolo di terminale offensivo. “Può giocare da nove. Avvicinandolo alla porta diventa più semplice tirare e sfruttare il suo talento”, ha dichiarato il tecnico. Parole che suonano come una candidatura naturale: il turco potrebbe diventare la punta di riferimento in un momento di emergenza, alzando al contempo il rendimento degli uomini alle sue spalle. Se Yildiz diventa il nuovo nove, la Juventus non sarà obbligata a investire subito, e anche la cessione di David perderebbe forza.
Le parole di Comolli e i vincoli economici
A smorzare l’entusiasmo ci ha pensato una frase molto chiara dell’amministratore delegato Comolli, risalente alle scorse settimane: “Il fair play finanziario ci impone attenzione. A gennaio sarà tutto molto monitorato dall’Uefa. Non abbiamo piani particolari”. La traduzione è semplice: la Juventus potrà intervenire solo in modo mirato, contenuto, sostenibile. Nessun colpo ad effetto, nessuna spesa fuori scala.
Il sostituto di Vlahovic – se arriverà – sarà funzionale, non una star.
Un attacco da reinventare
Il destino del reparto offensivo dipenderà da un mix di fattori: la risposta di Openda e David nelle prossime settimane, l’esplosione di Yildiz in un ruolo diverso, la sostenibilità delle operazioni di mercato, il recupero di Vlahovic e le sue scelte contrattuali. L’unica certezza, per ora, è che la Juventus dovrà cambiare pelle. E sarà un banco di prova delicatissimo, per la squadra e per il futuro del suo numero 9.

