Non è uno slogan da bilancio, ma la sintesi perfetta del momento che vive la Juventus di Damien Comolli. Alla Continassa si parla poco di mercato e molto di numeri. Perché, dopo tre stagioni in profondo rosso, la UEFA tiene i conti bianconeri sotto la lente, pronta a intervenire se la nuova gestione non mostrerà segnali concreti di equilibrio.
La sostenibilità è diventata la bussola dell’intero progetto. E la frase che circola negli uffici dirigenziali è inequivocabile: «Ogni milione conta». Non solo per rispettare i paletti del Fair Play Finanziario, ma anche per garantire un futuro credibile a una società che ha deciso di cambiare rotta, abbandonando la logica dei colpi ad effetto in favore di una strategia sobria e selettiva.
Un bilancio sotto pressione
I conti, del resto, non concedono margini. Le spese estive sono state pesanti, il monte ingaggi resta il più alto d’Italia e all’orizzonte non c’è il salvagente economico rappresentato dal Mondiale per Club, a cui la Juve non prenderà parte.
Le criticità non mancano: la società teme di dover registrare qualche minusvalenza (il caso Douglas Luiz è il più spinoso), mentre la liberazione dai contratti più onerosi – su tutti quello di Dusan Vlahovic – potrà avvenire solo in estate. Anche il rinnovo di Kenan Yildiz è momentaneamente congelato per ragioni di equilibrio finanziario, un segnale che racconta più di mille parole la nuova linea imposta dalla proprietà.
Il mercato? Prudente e tattico
Con questi presupposti, il calciomercato invernale non offrirà fuochi d’artificio. Gli uomini mercato bianconeri continueranno a monitorare diversi profili, ma solo per operazioni low cost o formule creative. Il nome più intrigante resta quello di Ayyoub Bouaddi, il 18enne talento del Lille, ma la sua valutazione è considerata fuori portata per il momento.
Dopo gli sforzi economici estivi per David, Openda, Zhegrova e Conceição, il piano di Comolli sarà conservativo: nessun nuovo ammortamento pesante, nessun investimento a lungo termine. L’obiettivo immediato è consolidare il quarto posto e blindare la qualificazione in Champions League, replicando la filosofia delle “occasioni istantanee”, come avvenuto in passato con profili funzionali e di breve impatto – da Kolo Muani a Renato Veiga.
La richiesta di Spalletti
Sul piano tecnico, la priorità è una: un centrocampista in più, possibilmente un regista. Spalletti lo ha fatto sapere senza giri di parole. Ma la realtà dei conti rischia di limitarne le ambizioni. Tutto dipenderà dal modulo definitivo che il tecnico adotterà e da eventuali cessioni liberatorie che possano aprire spazi di manovra.
Il tempo della disciplina
A Torino si respira aria di rigore contabile. Il progetto non si fonda più su colpi mediatici, ma su equilibri, gestione e sostenibilità. Un approccio che può sembrare freddo, ma che rappresenta la condizione necessaria per rimettere la Juventus sui binari giusti.

