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Benatia si racconta: dalla Roma alla Juventus fino al Marsiglia dirigente

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L’ex difensore ripercorre addii dolorosi, scudetti vinti e la nuova vita da direttore sportivo all’OM tra De Zerbi e colpi di mercato.

Medhi Benatia oggi guarda il calcio da una prospettiva diversa, ma la fame, la passione e il senso di appartenenza sono rimasti identici a quando guidava la difesa in campo. Intervistato da La Gazzetta dello Sport, l’ex centrale di Roma e Juventus, ora direttore sportivo del Marsiglia, ha ripercorso i momenti chiave della sua carriera e della sua nuova avventura dirigenziale.

Il Marsiglia e la svolta immediata

Benatia torna con la memoria al suo arrivo all’Olympique Marsiglia, nel novembre 2023, in un momento delicatissimo per il club. Cinque sconfitte consecutive, un ambiente spento, una squadra che sembrava aver smarrito identità e orgoglio. Il primo impatto fu tutt’altro che rassicurante. Vedere alcuni giocatori ridere in aereo lo colpì profondamente. Fu lì che Benatia chiarì subito la sua posizione con il presidente Pablo Longoria: senza passione e senso di responsabilità, il progetto non sarebbe potuto andare avanti. Un messaggio diretto, senza filtri, che oggi rappresenta il filo conduttore del suo lavoro da dirigente.

L’addio alla Roma che gli spezzò il cuore

Impossibile non tornare all’anno romano, la stagione 2013/14 con Rudi Garcia in panchina. Un’annata straordinaria, culminata però con un addio mai davvero digerito. Benatia racconta come quell’uscita da Trigoria lo abbia segnato profondamente. Lui non avrebbe mai voluto lasciare la Roma, nonostante le accuse di essere un “mercenario”. Il rinnovo era la sua priorità, ma le esigenze legate al fair play finanziario portarono Walter Sabatini a comunicargli che la cessione era inevitabile. Oggi, da dirigente, Benatia dice di comprendere quella scelta. All’epoca no. La perdita di fiducia fu totale, tanto da spingerlo a chiedere la cessione, pur con il desiderio di vincere ancora in giallorosso.

La Juventus, i titoli e il fantasma del gol di Koulibaly

A Torino, invece, arrivarono i trofei. Eppure anche lì non mancarono momenti difficili. Su tutti, il ricordo indelebile del gol di Koulibaly allo Stadium, nella sfida scudetto contro il Napoli. Benatia ammette di non aver dormito per tre giorni. Quella partita la considera una delle sue migliori in assoluto, con salvataggi continui e una prestazione di altissimo livello, macchiata solo da quell’episodio nel finale. Il colpo fu duro anche per la gestione successiva: Allegri lo lasciò fuori a San Siro contro l’Inter e lui non la prese bene, sentendosi addossare colpe che non riteneva sue. Il tempo però rimise tutto al suo posto. Scudetto e Coppa Italia, con una doppietta personale nella finale dell’Olimpico, restano tra i ricordi più luminosi, insieme al gol con il Marocco che riportò la nazionale al Mondiale dopo vent’anni, segnato giocando praticamente da infortunato.

Il Marsiglia di oggi e la scelta di De Zerbi

Parlando del presente, Benatia trasmette orgoglio e convinzione. Il progetto Marsiglia è il suo progetto, costruito insieme a Roberto De Zerbi, l’allenatore che considera il suo acquisto più importante. Li accomuna lo stesso temperamento, la stessa sofferenza quando i risultati non arrivano, la stessa ossessione per il lavoro quotidiano. Tra i colpi di mercato rivendicati con soddisfazione ci sono profili come Weah, Greenwood, Højbjerg, Medina ed Emerson, oltre a Rabiot, che pur con un finale diverso dal previsto ha lasciato un’impronta significativa. Giocatori scelti non solo per il valore tecnico, ma per mentalità e personalità.

Højbjerg e l’interesse della Juventus

In chiusura, Benatia si sofferma su Pierre Højbjerg, accostato anche alla Juventus. Il messaggio è chiaro: il centrocampista danese è una colonna del Marsiglia e non si muove. Un leader completo, conosciuto fin dai tempi del Bayern, voluto fortemente e considerato centrale nel progetto. Medhi Benatia oggi non scende più in campo, ma difende il suo Marsiglia con la stessa intensità con cui marcava gli attaccanti avversari. E, a giudicare dalle parole, non ha alcuna intenzione di fare sconti a nessuno.

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