Un giorno dopo la ricorrenza del trentunesimo anniversario della vittoria della seconda Coppa Intercontinentale della Juventus, ecco che a presentarsi alla Continassa sono stati i primi campioni del mondo in maglia bianconera: coloro che nel 1985 alzarono il trofeo nel cielo di Tokyo, dopo essersi imposti ai rigori contro l’Argentinos Juniors. Passato e presente si sono fusi nel centro della Juve, dando vita a degli scatti che potrebbero diventare con gli anni sempre più iconici.
Tokyo 1985, cronaca di una partita memorabile
Al National Stadium, nella capitale giapponese, la Juventus arriva dopo la vittoria della sua prima Coppa dei Campioni, vinta contro il Liverpool nella tragedia dell’Heysel, dove ben 39 tifosi persero la vita a causa della disastrosa organizzazione belga e della violenza degli hooligans, sostenitori dei red devils. Dall’altra parte l’Argentinos Juniors del fantasista Claudio Borghi, freschi vincitori della loro prima ed unica Coppa Libertadores, vinta contro i colombiani dell’América de Cali.
La partita, se durante il primo tempo fu abbastanza bloccata, nonostante qualche fiammata argentina facilmente arginata dai bianconeri, si sbloccò definitivamente nel secondo tempo. Fu proprio in quei 45 minuti che il monde assistette ad uno dei più grandi spettacoli mai visti fino a quel momento su un campo da calcio, tanto che questa finale verrà ricordata come una delle migliori mai disputate nella storia della Coppa Intercontinentale.
Il primo vantaggio argentino e la risposta della Juve
A portarsi per primi sullo 0-1 fu la squadra allenata da José Yudica. I giocatori in maglia roja, grazie ad una splendida combinazione tra Commisso ed Ereros, sorpresero la difesa juventina. L’estremo difensore Tacconi fu infatti superato da un pregevole pallonetto del numero 11 avversario: ma fu soltanto la prima delle tante prodezze.
Dopo il possibile raddoppio argentino, poi annullato dall’arbitro tedesco Volker Roth, ecco che salire in cattedra Michel Platini: lancio lungo dalla destra per Serena, che in area viene atterrato dal centrocampista Jorge Olguìn: calcio di rigore. Sul dischetto si presenta il numero 10, che calcia un rigore perfetto spiazzando Vidallé.
Le Roi nella storia
Alcuni minuti dopo la rete del momentaneo pareggio, il tre volte vincitore del Pallone d’Oro Michel Platini, realizza il suo personale capolavoro. Stop di petto al limite dell’area, sombrero sul difensore e tiro al volo che si va ad insaccare in rete. Per motivi sconosciuti l’arbitro annulla il gol, ma la storia non si ferma con un fischio: l’immagine di Platini sdraiato sul prato in segno di protesta diventa un quadro tra i più iconici nella storia del calcio.
Gli ultimi spettacolari venti minuti
A gelare gli juventini in tribuna stavolta è José Castro, che a un quarto d’ora dal termine viene imbucato da un filtrante di Borghi. La difesa viene tagliata a metà, e l’attaccante mette la parte in rete nell’angolino opposto. Serve una reazione ai ragazzi di mister Trappattoni, che a pochi minuti dal termine ritrovano il pareggio con la rete di Laudrup, che dopo aver superato il portiere segna praticamente dalla linea di fondo.
La vittoria ai rigori
I supplementari trovano entrambe le squadre con le energie ormai esaurite, di conseguenza la partita verrà decisa ai calci di rigore. L’eroe degli undici è Stefano Tacconi, che ferma i tiri di Batista e Pavoni. Il match point non può che essere di Le Roi Michel Platini. Anche stavolta il francese non sbaglia, consegnando di fatto il titolo di campioni del mondo alla Juventus per la prima volta nella loro storia.
Gli ex bianconeri di nuovo a Torino
La visita dei veterani della Vecchia Signora ha sicuramente fatto piacere ai milioni di tifosi juventini, complice il fatto che secondo molti è proprio quel senso di appartenenza alla maglia di cui sembrano peccare gli attuali uomini di Luciano Spalletti. Tra i tanti ad essere venuti alla Continassa anche Riccardo Scirea, figlio della leggenda scomparsa Gaetano, attuale match analyst della Juventus.
Tra le tante fotografie scattate, una ruba l’occhio più delle altre: il saluto condito da stretta di mano tra i due numeri 10: Kenan Yildiz e Michel Platini, con la speranza di poter rivivere nel turco le prodezze dell’ex campione del mondo.
L’omaggio ai caduti dell’Heysel
In un momento successivo all’incontro con giocatori e staff, le leggende si sono recate al monumento “Verso Altrove”, memoriale progettato da Luca Beatrice a pochi metri dall’Allianz Stadium. Il sito è stato inaugurato lo scorso 29 maggio, anniversario dei 40 anni dalla strage che strappò la vita ai 39 tifosi partiti per sostenere la propria squadra nella finale di Bruxelles, che mai fecero ritorno

