Negli ultimi anni la rivalità tra Juventus e Napoli ha raggiunto un nuovo picco. I bianconeri dominavano i campionati e i partenopei hanno provato per anni a strappare il titolo dalle maglie degli acerrimi rivali. Da una parte appunto la Juventus, che gioca in una fredda Torino. Fredda non solo per il clima, ma anche per l’ambiente che ultimamente si respira tra i tifosi bianconeri. La vecchia signora, abituata a vincere, ormai nemmeno celebra più i trofei portati a casa e poi esposti all’interno del Juventus Museum.
Dall’altra parte dell’Italia c’è Napoli. Una città calda, di tifo, di passione. Una città dove ogni trofeo viene celebrato con orgoglio. Nella città partenopea il Napoli non è solo una squadra. Per loro il Napoli è credo, passione, unione, vita.
Queste due squadre non si sono mai amate, tutt’altro. Ecco dunque che tra Juventus e Napoli è nata una delle rivalità più importanti del calcio italiano. Per alcuni questa sfida, proprio perchè mette in evidenza differenze socioculturali e geografiche, viene paragonata a Le Classique francese, che vede sfidarsi Olympique Marisiglia e Paris Saint Germain.
La storia della rivalità
I primi incontri ebbero luogo nel campionato di prima divisione 1926/27, ma è solo dalla metà degli anni ’60 che questa rivalità esplose. La goccia che fece traboccare il vaso fu il trasferimento dalla Juventus al Napoli dell’allora numero 10 bianconero Omar Sivori. Grazie a questo innesto, unito a quello di Josè Altafini dal Milan, il Napoli potè lottare per lo scudetto.
Nell’estate 1972 i bianconeri, per salvare il Napoli da un dissesto finanziario, acquistarono la leggenda bianconera Dino Zoff e Josè Altafini, definito qualche anno più tardi core ingrato a causa di un gol che fece perdere lo scudetto ai campani.
Negli anni ’80 questa rivalità raggiunse anche le prime pagine di stampa e tv. Il Napoli era ormai diventata in pianta stabile una candidata allo scudetto. Nella stagione 1980/81 furono i bianconeri, che si giocavano il titolo con la Roma e i partenopei, a spezzare i sogni di gloria dei ragazzi in maglia azzurra. Protagonista in negativo, davanti al pubblico dell’allora stadio San Paolo, fu Mario Guidetti. Un suo autogol consegnò di fatto lo scudetto ai bianconeri.
Gli anni ’80 sono gli anni di Maradona e Platini, gli anni dove il calcio italiano era popolato dai più grandi giocatori del mondo. Il 3 novembre 1985, al San Paolo di Napoli, furono proprio i padroni di casa a stoppare un’incredibile serie di otto vittorie consecutive della Juventus. A fermare i bianconeri ci pensa Diego Armando Maradona. El Pibe de Oro manda in visibilio il pubblico casalingo con una punizione impossibile che si insacca all’incrocio dei pali.
Alla fine degli anni ’80, più precisamente nel 1989 la sfida raggiunse anche i confini europei. Quarti di finale di Coppa Uefa. Il Napoli fu sconfitto a Torino per 2-0 con i gol di Bruno e l’autogol di Corradini. Al ritorno in Campania i partenopei riuscirono a fare l’impresa di rimontare i 2 gol di svantaggio. Segnarono Maradona, dopo 10 minuti, e Carnevale al 45′. Il risultato non si schioda e dunque la partita si prolunga ai tempi supplementari. É il minuto 119. Le due squadre stavano già pensando ai calci di rigore. Tutti ma non Renica, che segna il gol che porta il Napoli in paradiso, aprendo la strada per vincere quel trofeo a fine stagione.
Gli anni ’90 videro il Napoli crollare dal punto di vista sportivo e finanziario. L’addio di Maradona fu un duro colpo da superare sia per i tifosi ma soprattutto per l’ambiente tecnico e societario. La Juventus infatti si giocò per molti anni il titolo con il Milan, con il Napoli che arrancava nei bassifondi della classifica. La squadra campana retrocesse in Serie B nel 1998, prima di fallire e ripartire dalla C1 nel 2004. Le squadre si sfidarono in B nella stagione 2006/2007, complice la retrocessione della Juventus a causa dello scandalo Calciopoli. Alla fine di quella stagione entrambe le squadre riuscirono a risalire nella massima serie.
Negli anni ’10 del 21° secolo questa rivalità tornò in auge. La Juventus tornò finalmente ai fasti del periodo precedente a Calciopoli e il Napoli a sorpresa, sfruttando una fase calante dell’Inter post-triplete e del Milan, riuscì ad issarsi come seconda forza del campionato.
Le sfide di questo decennio si aprirono con la finale di Coppa Italia del 2011-12, vinta dal Napoli contro i bianconeri. Negli ultimi anni le frizioni diventarono sempre più incancellabili. Nel 2012, in occasione della Supercoppa Italiana, disputata a Pechino, i partenopei non si presentarono alla premiazione, a causa di una polemica riguardante l’arbitraggio, ritenuto “insufficiente” da parte di Aurelio De Laurentiis e della stampa napoletana.
Le ultime sfide sono principalmente a tinte azzurre. La finale di Coppa Italia 2019-2020 vide il Napoli di Gennaro Gattuso, attuale tecnico della nazionale, prevalere sui bianconeri dopo una lunga serie di tiri dal dischetto. Nella stagione 2022-2023 il Napoli tornò a vincere entrambe le sfide con i bianconeri. Al Maradona i partenopei si imposero con un sonoro 5-1. Allo Stadium invece vittoria di misura per 0-1.
Il bilancio definitivo parla di 184 partite ufficiali, con la Juventus che ha prevalso in 84 di queste. 55 i pareggi e 45 le vittorie per i campani.

Le partite che hanno segnato la rivalità tra Juventus e Napoli
Juventus-Napoli è stata teatro di partite iconiche che hanno segnato la storia di questa rivalità. Partite decise da giocate e da grandi campioni che hanno reso grande entrambe le squadre
Napoli-Juventus 2-6, 15 dicembre 1974
Nel 1974 la Juventus riuscì a espugnare il catino napoletano con un sonoro 2-6 rifilato alla squadra campana, allenata da Parola. I due gol del Napoli, siglati entrambi da Clerici, sono solo i gol della bandiera. Per i bianconeri segnarono Altafini, Damiani con una doppietta, Bettega, Causio, e Viola, subentrato al posto di Furino.
Questa partita ha un record ancora oggi imbattuto: è la partita con la più alta affluenza del campionato di Serie A. Quel giorno, al San Paolo di Napoli, ci furono 90736 spettatori.
Juventus-Napoli 2-1, 6 aprile 1976
Questa partita cambia lo scenario della rivalità. Josè Altafini, grande idolo del Napoli, diventa l’acerrimo nemico. Il 6 aprile 1975 viene ribattezzato da tutto il popolo partenopeo, “core ‘ngrato”.
Al Comunale di Torino, al momento del fischio d’inizio, le due squadre sono distanziate da 2 sole lunghezze in classifica. Le marcature si sbloccano al minuto 19′ con un gol del ” barone” Franco Causio. A pareggiare ci pensa, al minuto 59, Juliano. Quando la partita si stava lentamente avviando verso il suo epilogo è proprio l’ex Napoli Altafini a segnare il gol della vittoria all’88’ e a regalare alla Juventus non solo la vittoria, ma anche un pezzo di titolo.
Napoli-Juventus 1-0, 3 novembre 1985
É la partita di Diego Armando Maradona. Arrivato a Napoli il 5 luglio 1984, incanta tutta Italia con gol e giocate mozzafiato. In quella partita ci fu la tanto attesa sfida tra Michel Platini e il numero 10 argentino
Anche la Juventus si deve inchinare davanti alla storia del calcio. Il 3 novembre 1985 si sfidano al San Paolo. Alla fine la spuntarono i partenopei di Bianchi con una punizione del numero 10. Al minuto 72′ Maradona tira una punizione impeccabile sotto l’incrocio, con Tacconi non può mai arrivare a prenderla.
Juventus-Napoli 4-2 (DTS), 11 agosto 2012
In un caldissimo 11 agosto 2012, mentre a Londra Usain Bolt diventava leggenda vincendo il suo secondo oro olimpico nei 100 metri, a Pechino, in quello stesso stadio che quattro anni prima lo ha consacrato re della velocità, si sfidano Juventus e Napoli per la Supercoppa Italiana, primo trofeo stagionale.
Vincere la Supercoppa in quegli anni significava tanto. Era una dichiarazione di forza molto forte all’acerrimo nemico. In quel giorno piovoso la Juventus diede una grande prova di carattere, portandosi a casa la coppa tra le polemiche. I tempi regolamentari finirono 2-2. A sbloccarla ci pensò il “matador” Edinson Cavani, al minuto 27. Il pareggio bianconero è firmato Asamoah, dopo soli 10 minuti. Pandev, al minuto 41, porta nuovamente il Napoli in vantaggio. Mentre i partenopei pregustavano la vittoria, un rigore di Vidal, a detta del Napoli molto dubbio, allunga il match ai supplementari.
In quei 30 minuti la Juventus riuscì a trovare l’autogol dell’allora capitano del Napoli Christian Maggio al minuto 97′ e il gol di Mirko Vucinic dopo soli 4 minuti.
Il finale di gara fu infuocato come non mai. Aurelio De Laurentiis invitò giocatori e staff tecnico a boicottare la premiazione, in protesta nei confronti di arbitri e Lega Calcio. Questa decisione costo una dura sanzione al Napoli, multato di 20000 euro, più una ammenda personale al presidente partenopeo di 25000 euro.
Juventus-Napoli 1-0, 13 febbraio 2018
La stagione 2017/2018 vide andare in scena un campionato molto strano per il calcio italiano. Le prime due della classe, Juventus e Napoli, iniziarono male. La Juventus si ritrovò nei bassi fondi della classifica, riuscendo però pian piano a risalire.
Allo scontro diretto dello Stadium del 13 febbraio 2018, le due squadre arrivarono separate da due soli punti in classifica. La partita è più equilibrata che mai e tutti pensano che le due squadre si accontenteranno di un solo punto a testa, dividendosi la posta in gioco. A pensarla diversamente è Simone Zaza. L’attaccante bianconero, al minuto 88, riceve il pallone da Evra. Fa qualche metro per aggiustarsi la palla e libera un sinistro potentissimo sul quale Reina non può intervenire.
Questi 3 punti segnarono un duro colpo per i partenopei. I bianconeri presero il comando della classifica e non lo mollarono più, alzando al cielo dello Stadium l’ennesimo titolo.
Napoli-Juventus 5-1, 13 gennaio 2023
Il 13 gennaio 2023, in una fredda Napoli, almeno per i suoi standard, la squadra del neo-tecnico bianconero Luciano Spalletti, da una lezione di calcio alla Juventus. Al Diego Armando Maradona di Napoli finisce 5-1 per i ragazzi in maglia azzurra. Questa vittoria di fatto spalancò le porte e aprì la strada verso quel titolo che a Napoli mancava da 33 anni.
Una partita sontuosa quella di Osimhen e compagni. É proprio il bomber nigeriano a sbloccarla al minuto 14. Kvaratskhelia raddoppia al 39′. Il gol del 2-1 di Angel Di Maria sembrò potesse dare linfa ai bianconeri. Rrahmani al 55′, Osimhen al 65′ e Elmas al 72′ chiusero i giochi e portarono il Napoli in paradiso e fecero sprofondare la Juventus negli inferi. Questa partita segnò anche la fine di un digiuno durato 33 anni. Era dal 1990, anno dell’ultimo scudetto, che il Napoli non segnava 5 gol ai bianconeri.
Da Altafini a Higuain: i trasferimenti più importanti tra i due club
Juventus-Napoli non si è giocata solo sul terreno di gioco, ma anche fuori. La sfida per anni ha raggiunto anche i tavoli del calciomercato. Il primo trasferimento che si ricorda è quello che portò Josè Altafini a vestire la maglia della Juventus. Altafini fu scambiato con altri giocatori, senza alcun conguaglio in denaro. Dal 1965 al 1972 al Napoli giocò 180 partite segnando 71 gol. Arrivato in bianconero nell’estate 1972, rimase fino al 1976, collezionando 74 presenze e 25 reti.
Da un estremo all’altro del campo. In quello stesso anno la Juventus si rafforzò anche tra i pali. Proprio dal Napoli arriva la leggenda Dino Zoff. Arrivato all’ombra del Vesuvio nel 1967, difese la porta del Napoli in 143 occasioni, subendo 110 gol. Approdato in bianconero, dal 1972 al 1983 giocò ben 330 partite, subendo 226 gol.
Successivamente la Juventus, in tempi più recenti, preleverà dal Napoli, in prestito oneroso a 4,5 milioni e riscatto fissato a 10,5 milioni pagabili in tre esercizi, Fabio Quagliarella. Il calciatore fu costretto a lasciare Napoli dal presidente Aurelio De Laurentiis, a a causa di una vicenda di stalking che lo vide protagonista.
Questo trasferimento rese scontenti sia i bianconeri, che si aspettavano una prima punta di peso, che i tifosi del Napoli, che lo tacciarono come traditore. Con il Napoli, nella stagione 2009/2010, disputò 34 partite, gonfiando la rete per 11 volte. A Torino invece, in quattro anni, disputo solamente 84 presenze, complici gli infortuni e le scelte tecniche degli allenatori, siglando 23 reti.
Se su parla di trasferimenti storici, impossibile non citare Gonzalo Higuain. Il pipita, arrivato a Napoli nel 2013 dal Real Madrid per 37 milioni di euro, risulterà esser un perno fondamentale dello scacchiere di Sarri, con il quale raggiungerà il suo apice, siglando il record di 36 gol in un singolo campionato di Serie A.
Nell’estate 2016, più principalmente il 26 luglio, arriva un fulmine al ciel sereno che cambia la storia di quegli anni. La Juventus, dopo aver pagato 40 milioni di clausola rescissoria alla Roma per Miralem Pjanic, acquista anche Higuain, pagando al presidente De Laurentiis i 94 milioni della clausola. Ad oggi questo è il secondo trasferimento più costoso della storia del club, dietro solo ai 100 milioni spesi per Cristiano Ronaldo. Con la maglia bianconera disputerà 73 partite e segnerà 40 gol, prima di tradire i tifosi bianconeri e andare al Milan.
Ranieri, Conte e Spalletti: i doppi ex in panchina
Oltre ai giocatori, ci sono stati alcuni allenatori che hanno allenato entrambe le compagini. Primo tra questi è Claudio Ranieri. Oltre ad aver segnato la storia con la Roma, il tecnico di Testaccio ha anche allenato prima il Napoli, nella stagione 1991/1992, e poi la Juventus, dal 2007 al 2009.
Percorso inverso per Antonio Conte. Il tecnico pugliese è esperto nel far tornare le squadre alla vittoria. Alla Juventus fu l’artefice dei primi tre scudetti dal 2012 al 2014. Dopo vari giri per l’Europa, il 5 giugno 2024 fu ingaggiato da Aurelio De Laurentiis per riportare il Napoli alla vittoria dopo un anno difficile.
Con i partenopei riuscì nell’impresa di vincere il secondo scudetto in 3 anni, precedendo l’Inter di Inzaghi. Questo suo titolo, il 5° personale, gli permise di raggiungere un record. Il tecnico leccese infatti divenne il primo allenatore a vincere uno scudetto con tre club diversi, nell’occasione Juventus, Inter e Napoli.Questa estate ci poteva esser l’occasione per riportare in bianconero Antonio Conte, ma alla fine decise di rimanere a Napoli per provare a dare continuità al suo progetto
L’ultimo allenatore ad aver fatto il cambio panchina è Luciano Spalletti. Arrivato in bianconero il 30 ottobre scorso, a Napoli viene ricordato con affetto per esser stato colui che ha riportato il titolo a Fuorigrotta dopo 33 anni, scatenando la gioia di un intero popolo. Arrivò in Campania il 29 maggio 2021, il primo anno fu complicato, riuscendo a raggiungere solamente il 3° posto in classifica. La stagione seguente, complici anche alcuni innesti, riesce a fare l’impresa e a regalare ai tifosi del Napoli quello scudetto tanto atteso. Domenica per lui ci sarà il tanto atteso ritorno al Maradona. Resterà da capire se sarà sommerso di applausi o fischi.

