Dopo dieci anni di inchieste, processi e ricorsi, Michel Platini può finalmente considerarsi un uomo libero. La leggenda della Juventus e storico numero 10 della Francia è stata assolta in via definitiva dall’accusa di frode che lo aveva travolto insieme a Sepp Blatter, ex presidente FIFA. La decisione è arrivata con la scelta della Procura svizzera di non presentare ulteriori ricorsi, sancendo la fine di un caso giudiziario che ha segnato per sempre la sua vita professionale.
La fine di un incubo giudiziario
Il lungo iter processuale si era già concluso con un’assoluzione nel 2022, confermata in appello lo scorso marzo. Ora, con il ritiro del ricorso da parte del Ministero pubblico della Confederazione, la sentenza diventa definitiva e inattaccabile. Una vittoria piena per Platini, che però arriva con dieci anni di ritardo. Il tempo, infatti, gli ha negato la possibilità di sedere sul trono della FIFA, un ruolo che sembrava naturale prosecuzione della sua carriera da dirigente.
L’amarezza del tre volte Pallone d’Oro
La dichiarazione ufficiale della Procura parla chiaro: «Il Ministero pubblico della Confederazione rinuncia al suo appello, accettando così la sentenza emessa in primo e secondo grado». Con queste parole cala definitivamente il sipario su uno dei procedimenti più discussi della storia del calcio.
Per Platini, tre volte Pallone d’Oro con la maglia della Juventus e protagonista assoluto negli anni ’80, l’assoluzione rappresenta sì una rivincita morale, ma anche una ferita difficile da rimarginare. Il processo, iniziato nel 2015, lo ha tenuto lontano dai vertici del calcio internazionale, lasciando spazio a Gianni Infantino, allora suo collaboratore, oggi presidente FIFA. La giustizia ha restituito l’onore a “Le Roi”, ma non potrà mai restituirgli la carriera interrotta bruscamente, quando il suo destino sembrava scritto ai massimi livelli istituzionali del pallone mondiale.