La parabola calcistica di Fabio Miretti si è arricchita di un capitolo inatteso. Rientrato alla Juventus dopo il prestito al Genoa, reduce da un infortunio che ne aveva frenato il rientro, il classe 2003 ha ritrovato un ruolo centrale proprio nel momento in cui la stagione bianconera sembrava aver imboccato una curva pericolosa. Con l’arrivo di Luciano Spalletti, la squadra ha ripreso ritmo, identità e fiducia, e insieme a questo nuovo slancio è tornata a brillare anche la luce del giovane centrocampista. Una storia che avrebbe potuto prendere tutt’altra direzione già in estate, quando Miretti era finito in cima ai pensieri del Napoli campione d’Italia.
La trattativa mancata tra Napoli e Juventus
Nelle settimane più calde del mercato il nome di Miretti era diventato un obiettivo dichiarato del Napoli. Il ds Giovanni Manna, che lo conosce dai tempi della Juventus, lo considerava la pedina ideale per rinnovare il centrocampo azzurro. La trattativa prese forma, ma si arenò rapidamente: il Napoli arrivò a offrire 14 milioni, mentre la Juventus non volle scendere sotto i 18 milioni più bonus che avrebbero fatto superare quota 20. Un divario difficile da colmare, aggravato dal legame profondo del giocatore con l’ambiente bianconero. Lo ricordò chiaramente l’agente Giovanni Branchini, citando gli esempi di Marchisio e De Ceglie: carriere cresciute attraverso i prestiti, fino al ritorno a Torino da protagonisti. L’idea era la stessa, e alla lunga si è rivelata azzeccata.
Il nuovo Miretti di Spalletti
Archiviato l’infortunio, superato il cambio da Tudor a Spalletti e ritrovata la brillantezza atletica, Miretti è tornato a farsi sentire. Ha brillato in Conference contro il Bodø/Glimt e ha convinto in Coppa Italia contro l’Udinese, quando Spalletti gli ha affidato la regia di un centrocampo a due. La risposta è stata autorevole: novanta minuti di intelligenza tattica, ritmo e personalità, con la capacità di interpretare più ruoli senza perdere lucidità. Mezzala, interno, regista, trequartista: il classe 2003 è un jolly prezioso, soprattutto in un periodo segnato da una lunga lista di indisponibili. La sua crescita può offrire a Spalletti una soluzione importante anche in chiave tattica: arretrare Teun Koopmeiners in difesa per gestire l’emergenza e affidare a Miretti il peso creativo e dinamico della mediana.
Napoli–Juventus, lo snodo simbolico
Domenica sera, al Maradona, il cerchio rischia di chiudersi. Il Napoli vive settimane complesse, soprattutto a centrocampo, mentre la Juventus cerca stabilità e continuità dopo i primi segnali di ripresa del nuovo ciclo. In uno scenario che profuma di sliding doors, Miretti – che in estate poteva indossare il Napoli – oggi si candida a essere uno dei protagonisti della sfida. La dimensione mentale ritrovata, unita alla fiducia trasmessa da Spalletti, lo ha riportato al centro del progetto bianconero.
La visione di Spalletti
Spalletti non ha nascosto la sua ammirazione: «Miretti ha i tempi del calcio, crea l’imprevisto dal previsto. Ha personalità, sa quando tenere palla e quando no. È un professionista vero. Può fare il regista, il mediano, il centrocampista. Il fatto che sappia adattarsi è un aiuto ulteriore per la squadra.»
Parole che segnano un’investitura piena, rara per un ragazzo di ventidue anni. E che raccontano il valore di un giocatore che ha trasformato un’estate di incertezze in un autunno di rinascita. Miretti doveva essere un’opportunità per Conte, oggi è una risorsa per Spalletti. E, soprattutto, è tornato a essere una certezza per la Juventus.

