Da esubero a titolare inamovibile, Weston McKennie è diventato il simbolo della trasformazione fisica e mentale della nuova Juventus. In un’intervista rilasciata a TNT e ripresa da GOAL, prima della sfida tra Stati Uniti e Australia, il centrocampista americano ha svelato un retroscena che racconta perfettamente il suo rapporto con Igor Tudor e il percorso di crescita che lo ha riportato al centro del progetto bianconero.
L’ultimatum di Tudor: “Devi perdere peso”
Tutto è cominciato durante la scorsa estate, in un confronto diretto tra l’allenatore croato e il giocatore. McKennie ha raccontato con sincerità: “Ho avuto una lunga pre-stagione con Tudor, che mi ha messo davvero sotto pressione. Mi ha detto: ‘Ehi, stai invecchiando e il tuo corpo non si riprenderà come prima. Devi perdere un po’ di peso. È l’unico modo in cui sarai coinvolto in questa squadra.’” Un messaggio chiaro, senza mezzi termini, che ha rappresentato la scintilla per la rinascita del texano.
La risposta di McKennie: lavoro, sacrificio e disciplina
Lontano da polemiche e alibi, McKennie ha reagito da vero professionista: “Ho abbassato la testa, ho lavorato come al solito, mi sono messo a dieta. Non faccio più tanti spuntini e, se li faccio, sono sani. Mi alleno più spesso. Quest’estate è la prima volta che non mi è dispiaciuto togliermi la maglietta in piscina.”
Una battuta che nasconde una trasformazione radicale, frutto di sacrificio e determinazione. Il lavoro sul fisico ha avuto un impatto diretto sulle sue prestazioni: corsa, intensità, lucidità tattica e continuità sono tornate a livelli da top di reparto.
Da esubero a pilastro della Juventus
Oggi McKennie è uno dei giocatori più utilizzati da Tudor, grazie alla sua versatilità e alla capacità di interpretare più ruoli in mezzo al campo. Dalla mezzala al quinto di destra, il suo dinamismo è diventato una risorsa preziosa per l’equilibrio tattico della squadra.
La Juventus si gode così un giocatore rigenerato, simbolo del nuovo corso bianconero: un atleta che ha saputo mettersi in discussione e rinascere, grazie alla schiettezza di un allenatore e alla forza di volontà di chi non ha mai smesso di credere nel proprio valore.