Lookman-Juve, Moggi attacca: «Servono squalifiche pesanti per chi forza i club»

L’ex dirigente bianconero critica duramente i comportamenti dei giocatori e propone regole più severe contro chi non rispetta i contratti.

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Luciano Moggi ha lanciato un nuovo affondo dalle colonne di Libero. L’ex dirigente bianconero ha tracciato un quadro critico della Serie A, un tempo regina del calcio mondiale e oggi, a suo giudizio, prigioniera di confusione gestionale e di un sistema in cui a dettare legge non sarebbero più le società, ma i calciatori.

I casi Koopmeiners e Lookman

Moggi ha puntato il dito contro un fenomeno che negli ultimi anni si è moltiplicato: quello dei giocatori che forzano la mano per cambiare squadra. L’ex dirigente ha ricordato i comportamenti di Teun Koopmeiners, oggi alla Juventus, e di Ademola Lookman, attaccante dell’Atalanta, accusandoli di aver usato assenze strategiche o certificati medici per accelerare il trasferimento. Una pratica che, secondo Moggi, mina la credibilità dei contratti e la stabilità dei club.

«Le multe non bastano, servono squalifiche»

Il messaggio dell’ex direttore generale juventino è netto: «Per chi non rispetta gli accordi non bastano più le sanzioni economiche, perché vengono facilmente assorbite. Occorre introdurre squalifiche pesanti, così da restituire alle società l’autorità perduta».

Nell’editoriale, Moggi non ha risparmiato neppure gli allenatori. Ha citato i casi di Roberto Mancini, che lasciò la Nazionale italiana a sorpresa, e di Simone Inzaghi, volato in Arabia Saudita dopo la finale di Champions con l’Inter. Scelte che, a suo avviso, rientrano nello stesso schema di scarsa lealtà contrattuale.

Infine, Moggi ha allargato il ragionamento alla fuga dei talenti italiani all’estero, con gli esempi di Leoni al Liverpool e Raspadori all’Atletico Madrid, proponendo di reintrodurre il limite agli stranieri in campo per non soffocare le nuove generazioni.

Un’analisi dura e destinata a far discutere, che riporta al centro un tema mai risolto: chi comanda davvero nel calcio moderno, i club o i loro tesserati?

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