La Juventus torna da Bologna con molto più di tre punti in tasca. Il successo per 1-0 al Dall’Ara non è solo una vittoria di classifica, ma un segnale forte e chiaro sul piano tecnico e mentale. Per intensità, organizzazione e personalità, quella vista contro il Bologna è la miglior Juventus della stagione e, soprattutto, la prima davvero riconoscibile dell’era Spalletti. Una notte che pesa, perché arriva su uno dei campi più ostici del campionato e perché rilancia con decisione la corsa Champions, proiettando i bianconeri verso lo scontro diretto con la Roma.
La prima Juventus davvero “di Spalletti”
A Bologna si è vista una squadra finalmente autografata dal suo allenatore. Pressing alto, baricentro avanzato, linee compatte e coraggio nella gestione del pallone: una discontinuità netta rispetto al recente passato, compresa l’opaca uscita europea contro il Pafos. Nessun singolo ha rubato la scena, ma tutte le prestazioni sono state sopra la sufficienza. È questo l’aspetto più significativo: una Juventus collettiva, riconoscibile, che sa cosa fare con e senza palla. Non a caso Spalletti ha definito questo successo “la vittoria più bella da quando sono qui”.
Vincere dove prima si soffriva
Il Dall’Ara negli ultimi anni era stato un campo maledetto. Un pareggio sofferto nella scorsa stagione, un rocambolesco 3-3 l’anno prima, sempre con la sensazione di una Juve fragile e disordinata. Stavolta no. La Juventus ha imposto il proprio ritmo sin dal primo tempo e nella ripresa ha alzato ulteriormente il livello, approfittando anche della stanchezza del Bologna reduce dall’Europa League. I rossoblù hanno colpito una traversa con Zortea, ma non hanno mai realmente preso il controllo della gara.
Cambi decisivi e il segnale Bremer
Il gol che decide la sfida porta la firma inattesa di Cabal, sempre più dentro il progetto, bravo a sfruttare il cross preciso di Yildiz. Una rete che certifica anche l’impatto dei cambi, finalmente determinanti. Da sottolineare il ritorno in campo di Bremer, entrato nel finale al posto di Koopmeiners, che sarà squalificato contro la Roma. Un rientro simbolico, che rafforza l’idea di una Juventus in costruzione ma con fondamenta sempre più solide.
Dominio nel gioco, limiti sotto porta
Il risultato stretto non racconta fino in fondo quanto visto in campo. La Juventus ha creato tanto, forse troppo per chiudere solo sull’1-0. Openda ha sprecato due occasioni clamorose, Yildiz ha mostrato crescita pur senza segnare, David si è visto annullare un gol per un fuorigioco millimetrico di McKennie. Resta il problema della concretezza, unico neo di una prestazione altrimenti completa. Ma la sensazione è che, con questo livello di gioco, i gol arriveranno.
Classifica e corsa Champions
Il successo vale il quinto posto e, almeno per una notte, porta la Juventus a un solo punto dalla Roma quarta. Un dato che assume ancora più peso considerando i passi falsi di Napoli e Milan e i prossimi scontri diretti in calendario. È il secondo successo nelle ultime tre gare di Serie A, tanti quanti quelli ottenuti nelle precedenti nove. Un’inversione di tendenza evidente, che racconta di una squadra finalmente in crescita.
Secondo clean sheet esterno
Il dato difensivo è forse il più eloquente: quello di Bologna è appena il secondo clean sheet in trasferta della stagione, dopo Genova. In mezzo, prestazioni altalenanti e troppe reti incassate lontano dallo Stadium. Tenere la porta inviolata su un campo del genere non è un dettaglio, ma un segnale di maturità.
Lo snodo Roma
Ora arriva la prova del nove. La sfida con la Roma sarà lo spartiacque vero della stagione bianconera. Spalletti lo sa e lo ha detto chiaramente: una vittoria non basta per parlare di rilancio definitivo. Ma preparare uno scontro diretto con una settimana piena di lavoro, dopo una prestazione così, cambia tutto. A Bologna la Juventus non ha solo vinto: ha finalmente mostrato una direzione. Ora tocca darle continuità.

