Un digiuno lungo più di un mese, un trend che ricorda i tempi più bui della storia recente. La Juventus non sa più vincere. La sconfitta onorevole del Bernabéu contro il Real Madrid ha allungato la striscia negativa a sette partite senza successi – cinque pareggi e due sconfitte – un dato che non si registrava da sedici anni. L’ultima vittoria risale al 13 settembre, quel rocambolesco 4-3 contro l’Inter che sembrava aver aperto orizzonti ben diversi.
Oggi, invece, il quadro è cupo: Igor Tudor è sulla graticola, la squadra appare smarrita e la dirigenza osserva con crescente preoccupazione. L’ombra del passato incombe. Per ritrovare un periodo così critico, bisogna tornare alla stagione 2008/09, quando la Juve di Claudio Ranieri arrivò a otto gare consecutive senza vittorie. Un incubo che rischia di ripetersi se domani, all’Olimpico, non arriverà una svolta.
La fiducia c’è, ma è condizionata
La situazione, come riportato da La Repubblica, è chiara: la fiducia a Tudor è a tempo. Nella giornata di ieri, la dirigenza bianconera ha incontrato squadra e allenatore in un confronto franco e diretto. L’obiettivo è uno solo: ricompattare l’ambiente, ma pretendendo un’inversione immediata di rotta.
Il messaggio è stato esplicito: serve una vittoria contro la Lazio. Niente più attenuanti, niente più rimandi. La Juve deve tornare a essere squadra, ritrovare quella solidità che da settembre sembra essersi dissolta. Tudor resta al suo posto, ma la sua posizione non è più intoccabile: le prossime ore potrebbero definire il suo futuro.
La sfida dell’Olimpico come crocevia
Domani sera, contro la Lazio di Maurizio Sarri, la Juventus si gioca molto più di tre punti. È una partita identitaria, emotiva, quasi esistenziale. L’avversario è in difficoltà, ma anche questo rende la gara più insidiosa: cadere contro una Lazio decimata dagli infortuni sarebbe un colpo durissimo.
Per Tudor è l’ultima chiamata. Servono risposte forti, immediate, tangibili. Il gioco dovrà tornare fluido, l’atteggiamento feroce, lo spirito da Juve. La società ha scelto di non affondare il colpo, ma la pazienza è agli sgoccioli.
Se l’Olimpico non restituirà segnali di vita, la Vecchia Signora dovrà voltare pagina. E questa volta, a farne le spese, potrebbe essere proprio il suo allenatore.

