Juventus, Ravezzani frena su Jonathan David: «Non è il centravanti che cambia i destini»

Il giornalista invita alla prudenza sull’attaccante canadese: il paragone con Gimenez e l’analisi sulle strategie di mercato di Juve e Milan.

2 min di lettura

L’arrivo di Jonathan David alla Juventus continua a far discutere. L’attaccante canadese, classe 2000, approdato a parametro zero dal Lille, è stato accolto come un colpo di prospettiva, ma non tutti sono convinti che possa già rappresentare la soluzione ideale per l’attacco bianconero.

Le parole di Ravezzani

Tra i più scettici c’è Fabio Ravezzani, direttore di Telelombardia, che sul proprio profilo X ha espresso un giudizio netto: «Al momento (e sottolineo al momento) David non sembra il centravanti in grado di cambiare i destini della Juve. Un po’ come Gimenez per il Milan. Buoni realizzatori ma non fenomeni. Poi, magari, entrambi mi smentiranno. Ma serve un’alternativa di peso per i due club».

Il paragone con Gimenez

Il giornalista accosta David a Santiago Gimenez, nuovo attaccante del Milan, evidenziando come entrambi siano profili interessanti ma non ancora in grado di incidere da soli sul futuro delle rispettive squadre. La riflessione si inserisce in un discorso più ampio: Juventus e Milan, secondo Ravezzani, hanno bisogno di certezze immediate nel reparto offensivo per affrontare una stagione intensa e ricca di impegni.

Il peso delle responsabilità

David resta una scommessa affascinante per i bianconeri, dotato di velocità, tecnica e capacità di attaccare la profondità. Ma, per diventare un riferimento assoluto in una squadra come la Juve, dovrà dimostrare di avere continuità e leadership. La società, intanto, non esclude ulteriori movimenti in attacco, per evitare di caricare sulle spalle del canadese tutte le responsabilità realizzative.

Il futuro dell’attacco bianconero

Le prossime settimane di mercato saranno decisive. La Juventus valuta l’ipotesi di affiancare a David un centravanti esperto, capace di garantire gol ed esperienza internazionale. Per ora, resta un investimento di prospettiva più che una certezza. E le parole di Ravezzani, tra scetticismo e cautela, aprono un dibattito destinato a tenere banco ancora a lungo.

Nessun commento
- Pubblicità -