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Juventus, il centrocampo non è più una certezza: Spalletti prepara la rivoluzione

4 min di lettura

Locatelli e Thuram non sono più intoccabili, Koopmeiners può tornare nel suo ruolo naturale e Miretti cresce: le gerarchie bianconere stanno cambiando.

La Juventus che Luciano Spalletti sta cercando di costruire non è ancora un sistema definitivo, ma una struttura in continua evoluzione. Lo dimostrano le scelte, i minuti distribuiti e, soprattutto, i segnali che arrivano dal centrocampo, reparto chiave e oggi più che mai sotto osservazione.

Il tecnico bianconero ha ereditato un impianto solido, molto simile a quello lasciato da Igor Tudor, mantenendo lo stesso sistema tattico, il 3-4-2-1, e una base di uomini apparentemente consolidata. Ma qualcosa, nelle ultime settimane, ha iniziato a muoversi. E non è un dettaglio.

Locatelli e Thuram, certezze che vacillano

Per mesi la Juventus si è appoggiata quasi esclusivamente alla coppia Locatelli-Thuram, considerata la più affidabile per equilibrio e continuità. È stato così prima con Tudor e poi, almeno inizialmente, anche con Spalletti. Un binomio che ha accumulato oltre 2500 minuti complessivi in stagione, sintomo di una fiducia totale.

Oggi però quella fiducia non è più cieca. Le prestazioni hanno iniziato a sollevare dubbi, soprattutto attorno a Locatelli, capitano e punto di riferimento, ma spesso al centro delle critiche per rendimento e impatto. Anche Thuram, pur meno bersagliato, appare distante dalla versione dominante vista nella seconda parte della scorsa stagione. Il messaggio è chiaro: nessuno è più intoccabile.

Koopmeiners, ritorno alle origini

Uno dei fattori destinati a cambiare gli equilibri è il possibile riposizionamento di Koopmeiners. L’olandese, utilizzato da Spalletti come difensore per necessità, potrebbe presto tornare a occupare una zona di campo più coerente con le sue caratteristiche.

Il rientro progressivo di Bremer, unito a quello di Rugani e, più avanti, di Gatti, offrirà a Spalletti nuove soluzioni difensive e la possibilità di liberare Koopmeiners dal ruolo arretrato. In mezzo al campo, l’ex Atalanta rappresenta un profilo diverso: più dinamico, più verticale, più completo. Una variabile che rimescola le carte.

Miretti, la crescita silenziosa

C’è poi una candidatura che cresce senza rumore ma con continuità: Fabio Miretti. Dopo una prima parte di stagione condizionata dall’infortunio, il classe 2003 ha ritrovato ritmo e fiducia, guadagnandosi spazio e considerazione.

Spalletti lo apprezza per caratteristiche che mancano ad altri centrocampisti in rosa: letture, mobilità, qualità tra le linee. Le ultime settimane parlano chiaro: titolare in Champions League, sempre presente nelle rotazioni di campionato, schierato dal primo minuto anche in Coppa Italia. Non è più una comparsa, ma una risorsa reale.

Verso nuove gerarchie

Il futuro prossimo della Juventus sembra indirizzato verso un cambiamento più profondo. Con Bremer pronto a rientrare stabilmente, non è escluso un passaggio alla difesa a quattro, magari già nelle prossime trasferte. Una scelta che avrebbe effetti diretti anche sul centrocampo.

Thuram ha già assaggiato la panchina, Locatelli resta centrale ma sotto esame, Koopmeiners spinge per tornare nel suo habitat naturale e Miretti chiede spazio. In questo scenario, le gerarchie del passato non valgono più come garanzia.

Spalletti osserva, valuta e sperimenta. E la sensazione è che, nelle prossime settimane, tutti ripartiranno da zero. In una Juventus che vuole davvero cambiare, il centrocampo è il primo terreno di rivoluzione.

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