Dalle idee di mercato ai rinforzi come Bremer la Juventus ha già in casa e per i quali attende il rientro dagli infortuni. Ai microfoni de La Gazzetta dello Sport, Fabio Capello ha analizzato la situazione bianconera: “Sulla carta David è il rinforzo perfetto e con lui la società ha dimostrato che la voglia di migliorarsi c’è ed è forte, e questo è il più importante presupposto quando si inizia a puntellare una squadra in estate. Ora però aspettiamo i risultati. E non dimentichiamoci che Tudor dovrà trovare a David la posizione migliore per farlo rendere al massimo”.
E ancora: “Ci sono tanti giocatori importanti e con grande potenziale che sono venuti in Italia dopo ottime esperienze dall’esterno, ma giocare qui è sempre diverso. Soprattutto per gli attaccanti. Lui è stato acquistato perché alla Juve hanno pensato che potesse fare la differenza ma l’incognita Italia per me c’è sempre finché non li vediamo in campo. E poi, certo, c’è il fattore Juve: non dimentichiamoci che la maglia pesa non solo per chi viene dall’estero. Anche per Vlahovic abbiamo visto che non è andato tutto liscio, e lui veniva dalla Fiorentina”.
Capello: “Se Vlahovic restasse sarebbe la cosa peggiore”
Riguardo l’intero reparto offensivo: “La situazione attuale è che abbiamo Yildiz, che ormai si è affermato, poi Tudor vuole tenere Conceicao perché evidentemente in lui ha visto delle potenzialità che possono fare la differenza in squadra sull’uno contro uno. Un profilo così è fondamentale in rosa al giorno d’oggi e l’allenatore avrà pensato che può avere ulteriori margini di miglioramento. Poi c’è la situazione legata a Vlahovic.. Va? Resta?”.
Proprio su Vlahovic e Kolo Muani: “Avere un giocatore così importante a livello economico che fino ad ora è stato un po’ dentro e un po’ fuori, con questo tira e molla da ‘vado’ o ‘resto’, non è una bella situazione e non è semplice da gestire anche perché qualora dovesse rimanere sarebbe la cosa peggiore. Kolo Muani è arrivato a metà stagione, io lo aspetterei. Ha dimostrato grandi qualità, ma non si sa se riuscirà a giocare ancora nella Juventus o meno, né se il PSG sarà d’accordo a farlo tornare a Torino. Continuiamo a parlare di un attacco che ad oggi non sappiamo come sarà composto e ci sono ancora troppi ‘se'”.
Capello si è poi espresso sulle difficoltà del raduno di quest’anno: “Con il Mondiale per Club dovranno essere tutti molto bravi a non sbagliare la preparazione. Questo torneo è stato un esperimento, ci sono tanti calciatori che hanno giocato fino a pochi giorni fa e la cosa più difficile appunto è riprendere ad allenarsi e capire come farlo. È giusto iniziare leggeri perché si è giocato tanto? O meglio in un’altra maniera? Allegri al Milan, ad esempio, ha iniziato in modo più pesante, con doppie sedute, ma lì la squadra è ferma da più tempo e giocherò una sola competizione”.
Capello: “Yildiz? La prossima stagione dovrà essere quella della consacrazione”
Riguardo il blindare Yildiz: “È un fattore estremamente positivo. Lui è confermato, è apprezzato dalla squadra, dalla società, dai tifosi. È un punto di riferimento. Ha finito molto bene questa stagione e la prossima dovrà essere quella della definitiva consacrazione e ri-affermazione“. Su Nico Gonzalez, che sembra indirizzato verso l’addio: “Lui non ha confermato le aspettative, aveva potenziale ma non è riuscito a dimostrarlo. Tudor però ha avuto modo di valutare tutti, da quando è arrivato fino al Mondiale per Club e se ha capito l’argentino potrà decidere del suo futuro e dire se un giocatore così gli interessa oppure no. Ora sta anche all’allenatore fare una squadra vincente”.
Capello ha così concluso: “Si sogna con l’attacco ma la realtà dice che solo una volta ha vinto il campionato una squadra che non aveva la miglior difesa. Se non sei solido dietro, non vai da nessuna parte. Tutto il resto sono chiacchiere. In tal senso, il rientro di Bremer dopo il lungo infortunio e il recupero al 100% di Gatti faranno la differenza li dietro. Hai due rinforzi di questo spessore già in casa per un reparto così importante come la difesa. Alla Juve sanno che non è un fattore da sottovalutare”.