Conceição, il migliore eppure sostituito: la sua partita contro il Milan divide ma racconta il suo talento

Il portoghese accende e spegne la Juventus con le sue giocate. Dati alla mano, è stato il più vivace dell’attacco bianconero, ma la sostituzione al 68’ conferma che la maturità passa anche dalle scelte giuste.

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C’è un paradosso nel 2 ottobre dello Stadium: il giocatore più brillante della Juventus, Francisco Conceição, è anche quello che abbandona il campo per primo tra i titolari offensivi. Il portoghese, 22 anni appena compiuti, ha giocato una partita a due volti contro il Milan – fatta di accelerazioni devastanti e di qualche ingenuità di troppo – ma resta il simbolo di una squadra che, pur non segnando, ha trovato in lui l’unico vero lampo di qualità.

Luci: tecnica pulita e iniziativa costante

Nella prima mezz’ora il Milan aveva costruito una gabbia perfetta intorno a Yildiz, e proprio da quella pressione nasce la libertà di Conceição sulla fascia opposta. L’esterno portoghese ne approfitta, trasformando la corsia destra in un laboratorio di idee: due occasioni create per McKennie, un passaggio chiave e due cross riusciti, con una precisione dell’88% nei passaggi totali. Numeri che parlano di ordine e lucidità, un dato non scontato per un giocatore abituato a giocare sull’istinto.

Per quasi settanta minuti è stato lui a tenere in piedi la Juventus, alternando spunti in velocità, cambi di direzione, dribbling secchi e quella capacità di saltare l’uomo che mancava da tempo in casa bianconera. Non è un caso che le azioni più pericolose del primo tempo siano nate dai suoi piedi: un’azione personale che libera McKennie al tiro e un cross basso per David non sfruttato in area piccola.

Ombre: l’errore sanguinoso e la discontinuità

Ma la partita di Conceição non è stata perfetta. Come sottolineato da Tuttosport e confermato dai dati di SofaScore, l’esterno ha perso dieci palloni in 69 minuti, vincendo appena la metà dei duelli a terra (4 su 8) e completando un solo dribbling su tre tentati. Troppo poco per un giocatore che vive di uno contro uno.

L’episodio più pesante arriva nel primo tempo: un pallone perso malamente a centrocampo, trasformato in contropiede da Pulisic, che per fortuna calcia a lato. È il tipo di errore che pesa in una gara tattica come quella contro il Milan, e che spiega perché Igor Tudor abbia scelto di toglierlo proprio nel suo momento di maggiore brillantezza.

Un talento ancora da disciplinare

La sostituzione al minuto 68 non è una bocciatura, ma un messaggio chiaro: il talento deve diventare utile alla squadra, non solo spettacolare. Conceição resta uno dei profili più interessanti del progetto bianconero – classe 2002, visione di gioco, gamba, capacità di creare superiorità numerica – ma deve ancora trovare quella continuità mentale che distingue i grandi dai giocatori promettenti.

Quando sceglie il tempo giusto e gioca semplice, è devastante. Quando si intestardisce nel dribbling o nella giocata difficile, invece, la Juve perde ritmo e campo. È la sua doppia natura, quella che affascina e irrita allo stesso tempo.

La sensazione è che Tudor lo sappia bene: per farlo diventare un titolare fisso, dovrà costruirlo tatticamente senza limitarne l’istinto. Perché se la Juventus vuole tornare a vincere, serviranno piedi come quelli di Conceição – ma anche una testa pronta a fare la scelta giusta al momento giusto.

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