Sabatini: “Per la panchina Juve c’è solo Spalletti. Tudor voleva Kolo Muani, non quattro mezze soluzioni”

Il giornalista analizza la crisi bianconera: «Spalletti è l’unico nome credibile». Sul mercato, svela il pensiero di Tudor: «Con i soldi spesi per David, Openda e Zhegrova, avrebbe voluto un solo grande campione».

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L’analisi di Sandro Sabatini, nel corso della trasmissione Pressing, fotografa con precisione chirurgica il momento più buio della Juventus. Tra una panchina che scricchiola e un mercato contestato, il giornalista ha individuato l’unica via d’uscita credibile per il club bianconero: Luciano Spalletti.

«Per la Juve l’unico nome oggi possibile è Spalletti», ha affermato Sabatini. Una frase secca, che suona quasi come una sentenza. Nessun traghettatore, nessuna soluzione tampone: per risalire, secondo il giornalista, serve un tecnico di spessore, capace di ridare direzione e identità a un gruppo smarrito.

Sabatini, però, mette in guardia da facili illusioni: «Non è detto che con lui la Juventus risorga subito. Ma è l’unico profilo credibile, quello che può dare una scossa vera». Credibilità: una parola chiave, oggi più che mai, in un club che ha perso punti, gioco e soprattutto certezze.

“Mercato sbagliato: Tudor voleva Kolo Muani”

Ma la crisi, per Sabatini, non nasce solo in panchina. Il giornalista punta il dito anche sul mercato estivo, giudicato incoerente e dispersivo rispetto alle richieste di Tudor. L’allenatore croato, secondo la ricostruzione di Sabatini, avrebbe espresso profonda delusione per la gestione delle risorse economiche.

«Su Kolo Muani Tudor fa un discorso semplice: i soldi che avete messo per David, Openda, Joao Mario e Zhegrova potevate concentrarli su di lui», ha riportato Sabatini. In altre parole, il tecnico avrebbe preferito un solo grande investimento verticale, un centravanti di peso e impatto internazionale, piuttosto che quattro profili medi e incompleti.

Una visione chiara ma inascoltata. Il risultato è sotto gli occhi di tutti: un attacco sterile, disorientato e privo di leader tecnico, con David in difficoltà, Openda alterno e Zhegrova ancora alla ricerca di un ruolo.

Una frattura sempre più evidente

Le parole di Sabatini mettono in luce una spaccatura crescente tra Tudor e la dirigenza. Da un lato un allenatore che chiedeva qualità e identità, dall’altro una società che ha scelto la quantità e la prudenza economica. Il risultato è una Juventus a corto di idee e fiducia, intrappolata in una spirale negativa che rischia di travolgere tutti.

E mentre la panchina trema e le soluzioni interne si assottigliano, resta la sensazione che la Juventus stia pagando il prezzo di una strategia senza visione. Spalletti, forse, è davvero l’unico nome capace di restituirle una direzione. Ma per ora, tutto resta sospeso tra esitazione e incertezza.

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