Il futuro di Weston McKennie alla Juventus sembra ormai scritto. Dopo mesi di trattative infruttuose, le strade tra il centrocampista statunitense e il club bianconero sono destinate a separarsi. Come riportato dall’esperto di mercato Nicolò Schira, non esiste al momento alcuna base per il rinnovo del contratto, in scadenza nel giugno 2026, e la società non sembra intenzionata a rilanciare.
Il rischio di un addio a parametro zero è dunque concreto. McKennie, rilanciato nella scorsa stagione e divenuto un jolly prezioso nel centrocampo di Igor Tudor, si prepara a lasciare Torino tra la prossima estate e l’inizio del 2026. La MLS è già pronta ad accoglierlo: secondo le stesse fonti, almeno due club americani avrebbero manifestato interesse concreto per riportarlo in patria, in vista del Mondiale 2026, che si disputerà proprio negli Stati Uniti.
Dal rifiuto estivo al gelo sul rinnovo
Il distacco tra le parti arriva dopo un’estate vissuta tra illusioni e tentativi falliti. McKennie, classe 1998, aveva scelto di rimanere alla Juventus rifiutando una proposta importante dalla Turchia, convinto di poter conquistare un ruolo stabile e ottenere il prolungamento. Ma la trattativa si è arenata presto.
Secondo Schira, la distanza economica e le divergenze sulle cifre accessorie – bonus, commissioni e diritti d’immagine – hanno congelato ogni sviluppo. “Al momento non c’è alcun accordo per estenderlo”, ha confermato il giornalista, spiegando che i rapporti tra le parti restano cordiali ma senza spiragli concreti.
Una perdita a zero che pesa
La Juventus, che aveva ritrovato in McKennie un giocatore duttile e affidabile, rischia ora di perderlo senza incassare nulla. Il centrocampista americano, adattato da Tudor in più ruoli – mezzala, esterno e anche trequartista – aveva conquistato spazio e considerazione, ma il suo percorso sembra giunto al termine.
Per la dirigenza bianconera, alle prese con la necessità di contenere il monte ingaggi e ringiovanire ulteriormente la rosa, il mancato accordo rappresenta una scelta di linea e di prospettiva più che una bocciatura personale. Tuttavia, è un nuovo segnale di quanto sia cambiata la strategia del club, sempre più orientata alla sostenibilità economica.