La Juventus si avvicina al completamento della sua nuova architettura dirigenziale. Dopo gli arrivi di Damien Comolli e François Modesto, resta da riempire un tassello fondamentale: quello del Direttore Sportivo. Secondo quanto riportato dal Corriere dello Sport, all’interno della società bianconera è in corso una riflessione profonda che oppone due visioni differenti: da un lato, la voglia di aprirsi a un profilo internazionale; dall’altro, la spinta verso un ritorno alle radici, con un dirigente che conosca già la cultura e le dinamiche della Continassa.
In questo scenario, il nome che continua a guadagnare terreno è quello di Marco Ottolini, attuale DS del Genoa, che rimane in pole position per il ruolo.
Ottolini, il ritorno di un volto conosciuto
Classe 1980, bresciano, Ottolini è già un volto familiare per il mondo Juve. Ha lavorato nel club dal 2018 al 2022, prima come osservatore e poi come responsabile dei calciatori in prestito, costruendo rapporti di fiducia con dirigenti come Paratici e Cherubini. Negli ultimi anni ha poi consolidato la propria esperienza a Genova, dove ha contribuito alla promozione in Serie A e alla valorizzazione di giovani talenti, guadagnandosi una reputazione di dirigente solido, competente e con una visione moderna del mercato.
Secondo le ultime indiscrezioni, i contatti tra Ottolini e la dirigenza bianconera sono diventati più frequenti e concreti negli ultimi giorni. La sua conoscenza approfondita dell’ambiente e delle dinamiche interne rappresenta un vantaggio decisivo in un momento in cui la Juventus vuole stabilità e continuità nel proprio progetto tecnico.
Le alternative estere e la virata bianconera
L’iniziale idea della società era quella di seguire una linea “estera”, in coerenza con gli arrivi recenti di Comolli e Modesto. Tuttavia, questa opzione si è progressivamente indebolita. Rui Pedro Braz, uno dei nomi favoriti, ha accettato una proposta milionaria dall’Al Ahli saudita, mentre il profilo dello spagnolo Diego Lopez (ex Lens e Bordeaux) non ha convinto pienamente i vertici juventini.
Da qui la scelta di tornare a guardare “in casa”, verso un nome che rappresenta un equilibrio perfetto tra conoscenza interna e competenze moderne di scouting e gestione sportiva.