Doveva essere la serata dei fratelli Thuram, il racconto di un incrocio familiare diventato spettacolo in un palcoscenico unico come il Derby d’Italia. Invece, la sfida tra Juventus e Inter si è trasformata in un copione inatteso, scritto dal piede e dal coraggio di Vasilije Adzic, diciannove anni appena e una rete destinata a pesare ben più dei tre punti. Sullo sfondo, l’errore di Sommer, trentasette primavere e una carriera costellata di parate, che stavolta si è trovato a cedere sotto il peso del tempo.
La contrapposizione tra generazioni è stata il filo rosso della serata: l’entusiasmo del giovane contro l’esperienza del veterano. Ne è nata una partita di tensione pura, emozioni crude, un equilibrio spezzato quando nessuno se lo aspettava.
La Juventus di Tudor allunga
Con questo successo, la Juventus di Igor Tudor allunga sull’Inter di Cristian Chivu. Sono sei i punti che separano ora le due rivali, un margine che a questo punto della stagione non vale ancora sentenza ma che ha un peso psicologico enorme. Vincere un Derby d’Italia non significa soltanto portare a casa tre punti, significa colpire l’avversario diretto, incrinarne le certezze, mettere in discussione l’equilibrio di un campionato.
La partita dei protagonisti
Non è stata una gara per palati delicati, ma per cuori forti. Bremer è stato monumentale, capace di annullare Lautaro e prendersi applausi anche in impostazione. Accanto a lui, Gatti ha alternato generosità a qualche fallo di troppo, mentre Kelly si è regalato pure la gioia del gol.
A centrocampo, Kalulu ha messo corsa e sacrificio, pur pagando un blackout sul movimento di Marcus Thuram, mentre Locatelli ha recitato il solito spartito ordinato senza guizzi. Khephren Thuram, davanti al fratello maggiore, è partito in sordina ma ha finito in crescendo, diventando uno dei motori della rimonta. McKennie, come sempre, ha messo il lavoro sporco al servizio dei compagni.
Davanti, Vlahovic ha vissuto una serata complicata, ben controllato dalla difesa nerazzurra e poco assistito, mentre Yildiz ha illuminato la scena con giocate raffinate e un gol che ha acceso la sfida. Ma il colpo di scena, il lampo che resta scolpito, è stato quello di Adzic: entrato in silenzio, uscito da eroe.
Le pagelle dell’Inter: alti e bassi
L’Inter ha mostrato il solito volto competitivo, ma con crepe difficili da mascherare. Sommer è finito sotto processo: il suo ritardo di riflessi ha inciso non solo sul gol decisivo, ma anche in altre fasi della partita. Dumfries ha alternato buone proiezioni offensive a leggerezze difensive, mentre Barella si è acceso solo a tratti, perdendo intensità col passare dei minuti.
Calhanoglu, invece, ha ritrovato la sua versione migliore: doppietta e leadership in mezzo al campo, quasi da trascinatore. Mkhtaryan ha garantito equilibrio, Marcus Thuram ha confermato il suo peso specifico, trovando un gol di carattere e sostanza. Il grande assente, però, è stato Lautaro Martinez, neutralizzato da Bremer e Gatti, mai incisivo e apparso lontano parente del leader che l’Inter si aspetta.
La svolta firmata Adzic
In un Derby che sembrava destinato a essere raccontato come l’ennesimo capitolo della saga Thuram, la scena se l’è presa un ragazzo montenegrino con il coraggio di provarci e la forza di riuscirci. Adzic ha fatto esplodere lo Stadium e regalato a Tudor un successo che profuma già di stagione da protagonista.
Per la Juventus, più dei tre punti, resta la sensazione di aver trovato un nuovo volto a cui affidarsi. Per l’Inter, invece, il dubbio che certi equilibri non siano più così solidi. Il Derby d’Italia, ancora una volta, non ha tradito le attese.