La Juventus e il 26 luglio 2006: la sentenza su Calciopoli e il giorno in cui il calcio italiano cambiò per sempre

il 26 luglio non sarà un giorno come gli altri per il calcio italiano. La Juventus venne privata del suo 28° scudetto, in seguito allo scandalo calciopoli. I bianconeri furono retrocessi in serie B. Da allora la vecchia signora risorse dalle sue ceneri, tornando ai vertici del calcio italiano.

Luigi De Vincentis
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L’estate 2006 del calcio italiano è stata piena di emozioni contrastanti. La cavalcata della nazionale di Marcello Lippi al Mondiale in Germania fu trionfante e, per un periodo, il popolo italiano mise da parte le rivalità sportive. In Italia era da poco scoppiato il caso Calciopoli, destinato a cambiare per sempre il mondo del calcio. La Juventus pagò il prezzo più alto: il 26 luglio del 2006 non fu assegnato ai bianconeri uno scudetto conquistato sul campo. Quel giorno, con quella sentenza storica, il calcio italiano cambiò per sempre.

Le prime indagini iniziarono nel 2005, quando alcune indiscrezioni di stampa su possibili irregolarità portarono a un’inchiesta della procura di Torino, archiviata per mancanza di prove. Tuttavia, nella primavera 2006, nuove rivelazioni fecero emergere uno scandalo di proporzioni enormi. La FIGC, il 2 maggio 2006, annunciò l’avvio di indagini su episodi di corruzione legati al mondo arbitrale. Due giorni dopo furono rese pubbliche le prime intercettazioni telefoniche. I nomi che vennero fuori furono quelli di Luciano Moggi, Antonio Giraudo, Pierluigi Pairetto (allora designatore arbitrale) e Innocenzo Mazzini, vicepresidente federale. Successivamente comparve anche il nome del presidente FIGC Franco Carraro. Alcuni giornalisti vennero coinvolti, ma la maggior parte di loro non subì conseguenze.

L’8 maggio Carraro si dimise dalla presidenza FIGC, seguito da Innocenzo Mazzini. L’11 maggio si dimise l’intero Consiglio di Amministrazione della Juventus. Il giorno seguente la Procura di Napoli iscrisse 41 persone nel registro degli indagati: 13 per associazione a delinquere finalizzata alla frode sportiva, 24 per frode sportiva, 2 per violazione del segreto d’ufficio e 2 per peculato. Le società coinvolte furono Juventus, Milan, Lazio e Fiorentina. Il 14 maggio Luciano Moggi si dimise da direttore generale della Juventus.

Luciano Moggi Juventus
Luciano Moggi, Direttore Generale della Juventus

Le indagini, il processo e le sanzioni alla Juventus

Dopo le dimissioni dei vertici federali, il CONI nominò Guido Rossi commissario straordinario della FIGC. Il 19 giugno il capo dell’Ufficio Indagini, Francesco Saverio Borrelli, concluse la prima fase dell’inchiesta e trasmise gli atti al procuratore federale Stefano Palazzi. I deferimenti arrivarono il 22 giugno.

La Juventus fu la società più penalizzata. Fu dichiarata colpevole di illecito amministrativo e subì sanzioni durissime: revoca del titolo di Campione d’Italia 2004-2005, mancata assegnazione dello scudetto 2005-2006 (nonostante i 91 punti conquistati sul campo) e retrocessione in Serie B per la prima volta nella sua storia, con una penalizzazione iniziale di 30 punti, poi ridotta a 17 e infine a 9. La classifica della stagione 2005-2006 vide la Juventus ultima, con lo scudetto assegnato all’Inter. Per anni la Juventus chiese la revisione della decisione, sostenendo che anche l’Inter fosse coinvolta nello scandalo, ma tale richiesta non venne mai accolta.

Guido Rossi Figc
Guido Rossi, commissario straordinario della FIGC durante calciopoli

La rinascita dalle ceneri: la Juventus come l’araba fenice

Nonostante la caduta, la Juventus non si arrese. Ripartì dalla Serie B con una rosa fortemente ridimensionata. La squadra bianconera era guidata da Didier Deschamps e composta da giocatori che scelsero di restare, come Gianluigi Buffon, Alessandro Del Piero, David Trezeguet e Pavel Nedved. Con una stagione di carattere e determinazione, la squadra conquistò subito la promozione in Serie A.

La Juventus imparò a ripartire dalle proprie debolezze. Andrea Agnelli tracciò la strada. Dapprima costruì lo Juventus Stadium. Successivamente ricostruì un progetto sportivo solido che nel giro di pochi anni l’avrebbe riportata a dominare il calcio italiano. Dal 2012 in poi iniziò un ciclo vincente sotto la guida di Antonio Conte e successivamente di Massimiliano Allegri. I bianconeri dominarono il calcio italiano, vincendo nove scudetti consecutivi. In Europa pesano le sconfitte nelle finali di Champions League del 2015 e del 2017. Quella rinascita dimostrò come anche da una crisi profonda possa nascere una nuova forza: la Juventus è come una Fenice, capace di risorgere dalle proprie ceneri più forte di prima.

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Sono Luigi De Vincentis, diplomato al liceo classico e ora laureando in Scienze della Comunicazione presso l'Università degli Studi di Roma Tor Vergata. Da sempre tifoso della Juventus. Da quando ero bambino ho sempre avuto un unico obbiettivo: raccontare il calcio. Da sempre il giornalismo è stata la mia passione e il mio obbiettivo principale. Ora metto la mia passione e la mia fede a servizio dei tifosi bianconeri
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