Juventus, Matuidi a tutto tondo: “Kolo Muani spero resti. Yildiz il simbolo di una squadra giovane”

Ai microfoni di Tuttosport, l'ex centrocampista della Juventus Blaise Matuidi ha raccontato la sua esperienza in bianconero, per concentrarsi poi sul presente e sulla nuova squadra che sta nascendo

Francesco Mazza
7 min di lettura

Nei suoi tre anni passati alla Juventus, Blaise Matuidi ha collezionato altrettanti campionati, una Coppa Italia e una Supercoppa Italiana. Oltre ai trofei, però, l’ex centrocampista francese è rimasto nella memoria dei tifosi bianconeri non solo per le sue prestazioni, ma anche per il modo di essere fuori dal campo. In un’intervista rilasciata a Tuttosport, si è espresso a tutto tondo sul presente della Vecchia Signora, ricordando anche il suo passato a Torino.

Queste le sue parole: “Ricordo il giorno del mio arrivo in sede: capii subito di trovarmi in una realtà fuori dal comune. Un’istituzione gigantesca, per storia, blasone, strutture. Insomma, un club forte forte. Le persone che ci lavoravano aveva un’ambizione smisurata. Non voglio dire che al PSG non fosse così, ma era la prima volta che mettevo piede al di fuori della Francia”.

Su Allegri: “Con il mister ho tuttora un rapporto eccezionale. L’ho sentito giusto l’altro ieri per messaggio. Oltre ad essere un grande tecnico è una persona splendida. E questo è un vantaggio non da poco quando ti ritrovi ad allenare i grandi campioni. Se ha vinto tanto è anche per via delle sue qualità umane. In quegli anni è stato bravissimo a gestire lo spogliatoio. A me ha sempre parlato con un fare paterno, come se fossi suo figlio. Grazie a lui mi sono ambientato subito”.

Matuidi: “Ronaldo professionista impressionante. Rigore su Vazquez? Non c’era”

Sulla sua esperienza bianconera con Cristiano Ronaldo: Era un professionista impressionante, ossessionato dal lavoro. Una sera rientrammo alle 2 di notte alla Continassa dopo un match di campionato per recuperare le macchine. Eravamo sfiniti, eppure lui andò da Benatia e lo convinse ad accompagnarlo in palestra per un po’ di lavoro di scarico. Ho pensato fosse pazzo (ride, ndr). Ronaldo era così: non si fermava mai. È questo il segreto del suo successo e del perché riesca a fare la differenza ancora oggi”.

Riguardo invece i suoi ex compagni di squadra: “Nel cuore conservo dei ricordi di quegli anni indimenticabili. Avevamo un bel gruppo, era un piacere stare insieme. Il più pazzo? Dico Pinsoglio: sorrideva sempre e ne combinava una dietro l’altra. Ogni volta che mi vedeva mi cantava una canzoncina in francese. Poi c’era Gigi.. Uno dei portieri più grandi di tutti i tempo. La cosa che mi piaceva di più di lui era la sua semplicità”.

Matuidi è poi tornato sulla fatidica notte del Bernabeu e l’espulsione proprio di Buffon: “È stata una serata particolare: dovevamo ricordare al mondo che squadra fosse la Juve e penso che lo abbiamo fatto, giocando un match fantastico. Poi ci fu quel rigore su Vazquez.. Forse con le regole del VAR di oggi non sarebbe andata a finire così. Se non c’era il rigore? Direi proprio di no (ride, ndr). Nello spogliatoio a fine partita c’era molto nervosismo: avevamo messo in difficoltà il Real segnandogli tre gol al Bernabeu. Una roba non proprio da tutti in quel periodo. Allegri ci disse che era orgoglioso di quello che avevamo fatto”.

Matuidi: “Thuram elemento indispensabile”

Sui tanti francesi in bianconero: “Mi fa molto piacere. Ma la storia del club racconta che in rosa c’è sempre stata una piccola colonia francese. Ho avuto modo di incontrarli durante il Mondiale per Club: sono tutti entusiasti di poter giocare per la Juve. Thuram è un elemento indispensabile: sul campo ha dimostrato che il club ha fatto bene a puntare su di lui. Ma è ancora giovane, quindi deve continuare a lavorare per migliorarsi. È nel contesto perfetto per farlo.

E ancora: “Kolo Muani gioca in una squadra che lo mette nelle condizioni di alzare l’asticella ogni giorno. Spero che resti e che possa aiutare il club a vincere dei titoli. Poi è arrivato David. Non so quali siano le idee del mister, ma credo che con Kolo potrebbe formare un tandem super. Sono due profili complementari a mio avviso”.

Matuidi ha speso belle parole anche per Yildiz: “Un giocatore pazzesco. L’ho seguito durante l’anno guardandolo in tv, ma vederlo da vivo al Mondiale è stata un’altra cosa: mi ha davvero impressionato per come tocca la palla, come domina gli avversari. È il simbolo di una squadra giovane a cui va dato il tempo necessario per tornare ai massimi livelli. Capisco che alla Juve ci sia la necessità di vincere subito. Ma penso che la strada intrapresa sua quella giusta. Molti di questi ragazzi diventeranno dei campioni, ne sono certo”.

Matuidi: “Comolli è l’uomo giusto”

Sulle possibili mosse di mercato e la possibilità di ingaggiare un giocatore d’esperienza coma Xhaka: “Non so come voglia muoversi sul mercato la società. Quello che posso dire è che di certo l’eventuale arrivo di Granit male non farebbe. È un ottimo giocatore: ha fatto grandi cose a livello internazionale. La sua esperienza potrebbe tornare utile. Scudetto? La rosa ha qualità, quindi credo che potranno provare a lottare per il titolo”.

Matuidi ha concluso parlando di Comolli: “Io ci ho lavorato insieme ai tempi del Saint-Etienne. Conosce, respira e vive il calcio h24. Quando arrivò da noi aveva già alle spalle esperienze importanti, soprattutto in Premier League. Ha visione e sa che tasti toccare, per questo credo che alla Juve farà grandi cose. Quando ho saputo che la proprietà avrebbe puntato su di lui ero contento: è l’uomo giusto per ripartire“.

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Fin da piccolo, lo sport è stata la mia passione e crescendo ho capito quanto possa essere fondamentale per sviluppare valori positivi nelle persone. Inoltre, credo che la comunicazione al giorno d'oggi sia fondamentale in qualsiasi ambito della nostra vita. Per questi motivi, mi piacerebbe specializzarmi nel campo del giornalismo sportivo, con una predilezione nell'ambito della telecronaca.
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