Adzic, un’altra occasione sprecata: la Juventus ora teme per il suo percorso

Il montenegrino fallisce anche la prova di Bodo: Spalletti lo toglie all’intervallo e il futuro torna in discussione.

4 min di lettura

A Bodo c’era una Juventus che ritrovava ossigeno europeo, e poi c’era il volto triste di Vasilije Adzic. Nel gelo norvegese, il giovane montenegrino ha sprecato l’ennesima occasione per mostrare di essere pronto a reggere il peso della maglia bianconera. E la domanda, ora più insistente, è se questo percorso sia davvero quello giusto per lui.

Un’occasione importante, finita male

Spalletti lo ha scelto a sorpresa per affiancare Manuel Locatelli in mezzo al campo. Una fiducia che per Adzic avrebbe dovuto valere come una dichiarazione d’intenti: minuti veri, in una gara europea delicata, per dimostrare di essere più di un talento in vetrina.

La risposta, però, non è arrivata. Il primo tempo è stato un concentrato di insicurezze: appoggi fuori misura, verticalizzazioni imprecise, qualche pallone perso in zone pericolose e un goffo tentativo sul secondo palo finito alto in modo quasi incredibile. Così, all’intervallo, Spalletti non ha avuto dubbi: dentro Kenan Yildiz, il giocatore che poi avrebbe ribaltato la Juventus e l’intera partita.

Una tendenza che preoccupa

Non è la prima volta che accade. Qualche settimana fa Igor Tudor, contro l’Atalanta, lo aveva tenuto in campo poco meno di un’ora prima di arrendersi a una prestazione incerta. Lo stesso Spalletti, fino al match di Bodo, gli aveva concesso solo piccoli spezzoni nei finali contro Cremonese, Sporting e Torino.

Il montenegrino era arrivato a questa stagione con l’aura del predestinato. Non a caso, a inizio anno aveva lasciato il segno nel big match contro l’Inter con un gol pesantissimo in pieno recupero, un lampo di quelli che fanno innamorare i tifosi e accendono le fantasie della società. Da quel momento, però, l’ascesa si è inceppata. Pochi minuti, tanta panchina, e quando è stato chiamato in causa ha mostrato fragilità inattese.

Talento sì, ma non basta

Le qualità tecniche non si discutono. Adzic vede il gioco, sa calciare, ha una naturale inclinazione per interpretare più ruoli in mezzo al campo. Ma il contesto Juventus richiede molto più della pura tecnica: richiede ritmo, continuità, forza mentale e capacità di reggere pressioni immediate.

Lo ha detto con grande chiarezza anche Mirko Vucinic, commissario tecnico del Montenegro e vecchia conoscenza bianconera. Per lui non ci sono dubbi: «Adzic deve giocare. Se resta senza spazio, non maturerà mai. La qualità c’è, ma l’esperienza non arriva in allenamento». È un’affermazione che suona quasi come una linea guida per il suo futuro.

Verso gennaio: una decisione inevitabile

La Juventus continua a credere nel potenziale del ragazzo, ma sa anche che crescere a colpi di spezzoni è un rischio enorme. A vent’anni, o giochi o ti perdi strada facendo. Per questo, già dalle prossime settimane, le riflessioni saranno concrete. Restare a Torino e sperare che Spalletti gli apra spiragli più ampi? Oppure trovare una piazza dove giocare ogni domenica, magari con un prestito mirato che lo riporti in carreggiata?

La sensazione è che la seconda strada stia prendendo corpo. È una scelta difficile, ma forse necessaria. Perché Adzic resta un talento importante, ma il presente dice che il salto da promessa a realtà passa per minuti veri, non per apparizioni timide in serate complicate. A gennaio, il bivio sarà inevitabile. E questa volta non potrà essere sprecato.

Nessun commento
- Pubblicità -