Juventus, la parabola di Adzic: dall’urlo contro l’Inter al silenzio della panchina

Il talento montenegrino sembrava destinato a imporsi dopo il gol nel derby d’Italia, ma oggi fatica a trovare spazio. Tra errori, ruolo indefinito e il consiglio di Vucinic: “Deve andare a giocare”.

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Sembrava l’inizio di una favola, è diventata una pausa di riflessione. La notte di Juventus-Inter aveva acceso i riflettori su Vasilije Adzic, diciannove anni e un futuro che pareva già scritto. Il suo destro in pieno recupero, quello che piegò le mani di Sommer e consegnò ai bianconeri il successo nel derby d’Italia, sembrava il preludio a un’ascesa irresistibile. Ma l’illusione, a Torino, è durata poco.

Da eroe a comparsa

Quella rete, nata da un recupero di Khephren Thuram e finalizzata con un tiro tanto potente quanto preciso, fece esplodere l’Allianz Stadium. Adzic diventò in un attimo il simbolo di una Juventus in cerca di identità, l’eroe inatteso di una serata d’altri tempi. Poi, il silenzio. Pochi minuti nelle gare successive, un ritorno graduale ai margini del progetto tecnico e una fiducia che, con il passare delle settimane, si è affievolita.

L’occasione mancata con l’Atalanta

Igor Tudor aveva provato a rilanciarlo: prima qualche spezzone, poi la grande occasione da titolare contro l’Atalanta. Una chance che però il montenegrino non ha saputo cogliere. Smarrito in mezzo al campo, ha perso palloni pesanti – uno dei quali costato il vantaggio ai bergamaschi – e la sua partita è finita al 58’. Da quel momento, solo panchine e pochi minuti finali tra Villarreal, Cremonese e Torino.

Le parole di Vucinic: “Deve andare a giocare”

A parlare del suo futuro è stato Mirko Vucinic, ex bianconero e oggi commissario tecnico del Montenegro, che non ha usato giri di parole: “Adzic deve andare a giocare da qualche parte se non trova spazio. È un ottimo giocatore, ma gli allenamenti non bastano per crescere. Solo il campo ti dà esperienza.” Un consiglio da chi conosce bene le difficoltà del salto nel calcio dei grandi, soprattutto in una piazza esigente come Torino.

Un talento in cerca di ruolo

Il vero nodo, al di là del minutaggio, è la collocazione tattica. Adzic ha mezzi tecnici e fisici da centrocampista moderno, ma non ha ancora trovato la sua dimensione. Per Vucinic è un numero 8 o un mediano davanti alla difesa, mentre altri tecnici lo immaginano più avanti, da trequartista puro, libero di cercare la porta e sfruttare il suo tiro dalla distanza, lo stesso che ha stregato l’Allianz quella notte.

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